lunedì 18 dicembre 2017

Sopravvivere ad Ostra, "Scelte di viabilità niente affatto 'meditate e studiate'”


Ormai è diventata una consuetudine quella del Sindaco Storoni di spacciare per straordinari quelli che in realtà sono interventi di ordinaria amministrazione.

A dir la verità, forse non ha tutti i torti: considerato l’immobilismo in cui verte Ostra da tre anni e mezzo a questa parte, veder realizzare una qualsiasi opera che dia segno di vita di questa Giunta, sembra davvero un qualcosa di straordinario.
Ci riferiamo alla recente notizia diffusa dal Comune riguardo la realizzazione di due dossi, uno in via Vaccarilese davanti al Circolo Acli e l’altro in via Ringhiera a lato della Chiesa di Santa Maria Apparve - entrambi, così come riportato dalle foto allegate, sprovvisti di idonea segnaletica verticale ma soprattutto orizzontale, dunque non a norma, tanto da indurre i conducenti dei veicoli a credere che quelle strisce trasversali di asfalto fossero una delle tante “toppe” che si trovano lungo la strada. In realtà, si tratta di veri e propridossi che in questi giorni hanno messo a dura prova gli ammortizzatori dei veicoli che ivi transitano, rappresentando un serio pericolo per l’incolumità degli automobilisti ma anche per i conducenti delle due ruote,che si sono ritrovati loro malgrado su dei veri e propri trampolini di lancio totalmente inattesi, così come dimostrano anche i segni lasciati dalle coppe dell'olio sull'asfalto, indice che i dossi sono decisamente troppo alti e molto pericolosi.
Speravamo che l’esperienza passata con i dossi lungo la Riviera di Ponente quest’estate, avesse insegnato qualcosa ai nostri Amministratori; purtroppo dobbiamo constatare che così non è stato e gli errori sono destinati a ripetersi, sempre a discapito dei cittadini.
Un altro intervento “straordinario” sembra essere stata l’inversione dei sensi di percorrenza all’incrocio tra via San Francesco e il Viale Madonna della Rosa nonché l’abbattimento di due piante che ostacolavano la visione del semaforo. Nella nota pubblicata dal Comune, però, ci si guarda bene dal riportare il fatto che, da quando è stato modificato l’incrocio di Largo Marina, si sono verificati ben due gravi incidenti stradali.
Inevitabile, dunque, chiedersi: madavvero“la sicurezza stradale è sempre stata al centro dell’operato dell’amministrazione comunale”?
Ma quello che ci fa amaramente sorridere è il dover apprendere che per Storoni e la sua Giunta, tutte le scelte fatte in tema di viabilità sono state “attentamente meditate e studiate” e si sono rese “necessarie per verificare percorsi di miglioramento”.
In questo contesto si inserisce l’inversione dei sensi di marcia all’interno del centro storico che da quest’estate ha completamente stravolto l’intero assetto della nostra città, creando grossi disagi e danni alle attività commerciali ed ai cittadini.
Una decisione che non può essere affatto definita “meditata e studiata” poiché non esiste nessun dato che attesti la necessità di tale operazione. Non ci stancheremo mai di ripetere, infatti, che il motivo alla base di questa scelta consisteva nel far transitare meno auto in centro, non tanto per una questione di eccessivo smog e inquinamento acustico (peraltro mai accertati e documentati) ma solo ed esclusivamente per far sì che i Vigili (primi beneficiari monetari di questa inversione) non fossero più costretti ad uscire dagli uffici per andare a multare i trasgressori del Codice della Strada.
Prova ne è che dal 10 luglio non si è più visto un Vigile girare per il centro, come se la presenza dei Vigili sul territorio dovesse consistere solo nel sanzionare gli indisciplinati del volante e non nel garantire la dovuta sicurezza tra i cittadini.
Se la sicurezza stradale fosse stata veramente a cuore dell’Amministrazione Storoni, in questi anni del suo mandato, sarebbe stata più oculata nell’organizzare i vari interventi, evitando spese superflue per garantire strade più curate, soprattutto in campagna, ormai dimenticate ed abbandonate a sé stesse, piuttosto che interdirle per mesi e con i 50 mila euro derivanti dagli oneri di urbanizzazione, distribuiti a pioggia su interventi di secondaria importanza, si sarebbe potuto pensare di impostare un serio progetto di recupero della Piazza dei Martiri che continua a “mietere vittime” tra i pedoni che puntualmente inciampano nelle buche lasciate dai sampietrini mancanti.
Caro Storoni, invece di giustificare tre anni e mezzo di vergogne amministrative con le parole dello Stregatto sull’albero che parla con Alice, inizi a percorre seriamente la strada del buon senso e della responsabilità, le farebbe molto più onore.


   
da Comitato “Sopravvivere ad Ostra”

mercoledì 13 dicembre 2017

Ostra: sicurezza stradale al centro dell'operato dell'amministrazione comunale


Nell’arco di questo mandato Amministrativo, la Giunta Storoni ha manifestato in più occasioni attenzione al tema della viabilità.
Scelte attentamente meditate e studiate, in alcuni casi al centro di importanti movimenti di contestazione, ma necessarie per verificare percorsi di miglioramento della viabilità e della mobilità all’interno del territorio comunale. Alcuni piccoli tasselli sono stati aggiunti nei giorni scorsi per proseguire con la messa in sicurezza di tratti di strade, o incroci pericolosi.
Dopo i lavori nell’incrocio tra via San Francesco e il Viale Madonna della Rosa, in cui sono stati modificati i sensi di percorrenza, è stato istallato il semaforo e sono stati realizzati i parcheggi a lato della strada, il 27 novembre, sono state abbattute le due piante che nel tempo, è stato verificato, ostacolavano la visibilità piena della lanterna semaforica e dell’incrocio. Altri due interventi sono invece in corso d’opera: due dossi, uno in via Vaccarilese davanti al Circolo Acli e l’altro in via Ringhiera a lato della Chiesa di Santa Maria Apparve.
Queste due opere sono state rese necessarie per rendere più sicuro l’attraversamento pedonale in questi due punti in cui i pedoni vanno protetti e la velocità delle auto rallentata.



dal Comune di Ostra
www.comune.ostra.an.it

lunedì 11 dicembre 2017

Montenovonostro sull'Unione di Comuni, "Fate solo con-fusione"


Abbiamo appreso dell’intervenuto accordo tra i sindaci di alcuni dei Comuni della Vallata per giungere alla costituzione di una Unione dei Comuni, gabellata come la quintessenza del successo partecipativo che porterà incommensurabili vantaggi a non finire e nemmeno uno sproposito negativo.
Stupiamo per l’improntitudine: i sindaci avrebbero deciso, soli soletti, del futuro istituzionale dei rispettivi Comuni, ben sette su nove e senza aver mai avviato alcuna consultazione partecipativa fra le molte decine e decine di migliaia di cittadini e compaesani interessati, che invece avrebbero dovuto essere debitamente informati ed essere soprattutto consenzienti. Invece no.
Che bisogno c’era di perdere altro tempo? Via via, si può fare, sembra di intuire, se lo vuole il Partito Deformatico. Basta e avanza, simile volontà monocratica. In tutta fretta. Che bisogno c’è di attendere? Su, su. Non si può perdere tempo, sennò arrivano le elezioni e dopo, hai visto mai?, succedesse qualcosa dentro le urne che potrebbe mandare per storto l’alta pensata?
Simili dichiarazioni, mutatis mutandis, ce le saremmo attese un ottantennio fa, con analoga dichiarazione dei podestà. A quell’epoca la volontà di uno era la Volontà assoluta e tanto bastava, non c’erano quelle seccature delle consultazioni democratiche, non c’era da perdere tempo a stare a sentire tanti galli e tantomeno le galline, perché, si diceva, “quando sono troppi galli a cantare non viene mai giorno”.
E invece c’era una gran fretta di andare al sodo, senza perditempo intorno. Ma era la dittatura, si potrà obiettare. Embèh? Che c’è? E’ tornato quel tempo? Come è possibile che, se davvero un progetto di quel genere rivoluzionerà l’assetto istituzionale della Vallata, siano bastati sette galli (nel senso di galli storici, quelli senoni, che poi darebbero il nome alla nuova “marca”) a cantare all’unisono per far giungere, sul filo dell’orizzonte nella splendida aurora, il “bel sol dell’avvenire”? La stiamo buttando in celia, ovviamente, mentre ci sobbolle la coscienza democratica per simile improvvisa determinazione antidemocratica.
Non siamo in guerra, nonci sono superni impedimenti, nessuna legge tassativa l’impone e allora perché tanta precipitazione? Ci sorge un sospetto: la volontà di cambiamento, inscritta nel dna del Partito Deformatico, non bada al sottile: voleva la “fusione” dei Comuni a tutti i costi fino ad avventurarsi sprovvedutamente in un costo esorbitante per far svolgere un referendum con-fusionario e sappiamo tutti come è andata a finire: “tutti costi”, appunto, e niente arrosto.
Ma il Partito Deformatico è “tosto”, mica si ferma a riflettere, no. Ha deciso che vuole la collettivizzazione e collettiva ha da essere anche la vallata. Mica si ferma a riflettere che già ha preso uno “sberlone” e insistere potrebbe anche servire per riceverne un altro. No, non si ferma. Va avanti. Se non è “fusione”, allora sia “unione”, che più o meno si assomiglia.
E allora giù, al galoppo, verso il nuovo “cambiamento”, in fretta, subito, anzi subitissimo, prima delle elezioni di primavera. Perché a primavera ci saranno le elezione e hai visto mai che dovesse andare male per il Partito Deformatico, come pare che si prospetti?
Dopo potrebbe diventare più arduo fare l’unione. Eccola la fretta. Loro impongono sempre al volo. Al “volo” si fa tanto per dire, perché tutti sanno che i galli non volano alto, perchè più che volare, “svolastrano”. E allora dobbiamo dire loro una cosa. A primavera non ci saranno solo le elezioni politiche. Ci saranno anche le elezioni amministrative anticipate. Non dappertutto, ma a Montenovo sì.
E per come si stanno mettendo le cose nell’opinione pubblica locale qui da noi, pare proprio che potrebbe venire a mancare un gallo nel pollaio vallivo. E senza girare troppo intorno al piro, è bene si sappia fin da subito: se vinceremo noi le prossime elezioni amministrative anticipate a Montenovo, quel vostro progetto della “marca senone” deciso da solo “sette galli” subirà una battuta d’arresto: revocheremo immediatamente ogni deliberazione presa in proposito, a tutela della identità istituzionale locale e nell’interesse di “tutto il pollaio”.
Anzi, visto che avete così tanta fretta e di certo non ci starete a sentire prima, come fate sempre, promettiamo che intensificheremo fin da subito la nostra campagna elettorale contro ogni idea di “fusione” o “unione” che non risponda ad obiettivi, severamente accertati e soprattutto garantiti interessi locali di lungo e lunghissimo periodo. E lo scriveremo anche nel nostro programma amministrativo che stiamo preparando. Perché la vostra fretta ci dimostra che, come sempre, fate solo con-fusione.
da Montenovo nostro

Ostra: Torre Civica, il concorso di idee ha il suo vincitore


A distanza di qualche mese dall’uscita del bando per rendere visitabile la Torre civica, abbiamo il vincitore.
In due successive sedute tenutesi in Comune nei giorni 31 Ottobre e 7 Novembre è risultato vincitore del concorso di idee l’architetto Campo Carmelo Loris a cui seguono i tecnici Menozzi Roberto e Lupini Silvia.
Di notevole prestigio la commissione, composta da figure autorevoli: l’architetto Carlo Birrozzi, direttore della Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio delle Marche, l’architetto Nardo Goffi, dirigente del settore tutela, gestione e assetto del territorio della Regione Marche, Gianluigi Mondaini direttore nel dipartimento di Ingegneria Civile, Edile e Architettura e alla presidenza il nostro tecnico Responsabile del settore Urbanistica l’architetto Armando Natalini.
Con grande soddisfazione il Sindaco Storoni indirizza a tutti i partecipanti un sentito ringraziamento e elogia la creatività di questi. È un fatto strategico – prosegue il primo cittadino – poter far riferimento a strumenti come il concorso di idee per aprirci delle strade su argomenti per noi sensibili. Prossimamente verrà organizzata una mostra in cui verranno esposte le tavole dei progetti e contestualmente inizieranno i percorsi amministrativi per raggiungere l’obiettivo: rendere visitabile la Torre.

dal Comune di Ostra
www.comune.ostra.an.it

mercoledì 6 dicembre 2017

Ostra: "Quale futuro per Ostra?", un incontro con i cittadini


Durante l’ultima campagna elettorale, l’aspirante Sindaco Storoni ed il suo team ci avevano promesso una ventata di cambiamento che avrebbe portato novità costruttive per il nostro Comune, una maggiore presenza sul territorio, costante dialogo e disponibilità all’ascolto dei cittadini: in sostanza, ci era stata promessa una “città a geometria variabile che funziona”.
Ma quanto di tutto ciò è stato effettivamente mantenuto? Dal suo insediamento ad oggi, infatti, l’Amministrazione Storoni si è comportata in tutt’altra maniera, prendendo decisioni importanti per la collettività sempre al chiuso delle segrete stanze, informando i cittadini a giochi ormai chiusi, restando sorda alle lamentele nonché ai suggerimenti che le venivano proposti. D’altronde, quell’aumento del 27% delle proprie indennità ad inizio mandato, in piena crisi economica, non poteva far presagire nulla di buono… Da tre anni e mezzo a questa parte, infatti, scelte politiche sbagliate ed avventate hanno messo a repentaglio l'unicità e l'autonomia della nostra città, facendola ripiombare in una sorta di secondo Medioevo, tanto che non possiamo non domandarci: quale sarà il futuro per Ostra? Ecco perché, su sollecitazione anche di numerosi cittadini, i consiglieri del gruppo "Progetto Ostra" hanno deciso di promuovere un incontro pubblico per poter discutere, con quanti vorranno intervenire, sui principali problemi che attanagliano il nostro Comune: sicurezza nelle scuole, immobilismo amministrativo, degrado del centro storico e delle campagne, inversione della viabilità, convenzioni non rinnovate da anni con varie associazioni, assenza di una linea politica vera e propria, adesione alla nuova Unione dei Comuni e tanto altro ancora … L’occasione è importante per informarsi, confrontarsi e prendere piena consapevolezza della realtà dei fatti. L’appuntamento, quindi, è per lunedì 11 dicembre 2017 alle ore 21:15 presso la Sala Polifunzionale lungo C.so Mazzini ad Ostra. Vi aspettiamo!

da Progetto Ostra
www.progetto-ostra.it

venerdì 1 dicembre 2017

Ostra: iniziati i lavori del cantiere di via Europa


Sono iniziati, da circa un mese, i lavori del cantiere di via Europa.
Da 20 anni Ostra attende questa opera e finalmente dopo due progettazioni, una del 2008 e una del 2010 di due Amministrazioni distinte, oggi siamo in condizione di poter dire siamo partiti – così il Sindaco esprime la sua soddisfazione. I due corpi di fabbrica, inagibili da tempo, la palestra a seguito del terremoto del 1997 e la segreteria dopo un accertamento successivo, sono stati demoliti la scorsa settimana dopo essere passati per una fase intermedia in cui è stata rimossa la copertura in cemento amianto. Il tutto è stato svolto di comune accordo con gli organismi scolastici, nella massima sicurezza e senza interferenze, senza interruzioni dell’attività, nel caso della demolizione, ma soprattutto senza produzione di rumori e polvere. Ringraziamo, dunque – chiude il Sindaco nella sua nota – per il concorso di tutti al corretto svolgimento di queste delicate fasi, in particolare il Dirigente scolastico, il direttore dei lavori, la responsabile della sicurezza della scuola e la ditta C.G.M. di Trecastelli.
 
 
dal Comune di Ostra
www.comune.ostra.an.it

domenica 26 novembre 2017

Progetto Ostra: gli alunni della 'Crocioni' a scuola di demolizione e di polvere

 
Sono ormai ufficialmente iniziati i lavori di demolizione della palestra di Via Europa.
L’operazione è stata articolata in due fasi: la prima, la rimozione della copertura in fibrocemento dell’edificio, avvenuta tra il 31 ottobre ed il 3 novembre che ha provocato delle variazioni agli orari di apertura/chiusura della scuola; la seconda, la demolizione del manufatto e dell’ex segreteria, iniziati il 23 novembre.
Da un post Facebook della pagina del Comune di Ostra (divenuto ormai il canale ufficiale per le comunicazioni dell’Amministrazione) abbiamo appreso che tali lavori di demolizione, in accordo tra la scuola e la ditta appaltatrice, sarebbero dovuti proseguire addirittura durante il pomeriggio di sabato 25 e per tutta la giornata di domenica 26 novembre ma, a causa delle avverse condizioni meteo odierne, il cantiere è rimasto fermo.
Che l’Amministrazione Storoni non brilli per capacità organizzative e di programmazione è ormai risaputo e anche la gestione ordinaria di questo intervento fa sorgere più di una domanda. Intanto: è normale che, a pochi metri da una scuola primaria aperta, si debba abbattere una tale struttura, con i bambini nelle classi costretti a far lezione tra il rumore assordante e le nuvole di polvere che questi lavori inevitabilmente comportano?
Ma soprattutto: perché ci si è ridotti ad eseguire i lavori proprio in questo periodo, con l’anno scolastico in corso, dopo che tale intervento era stato da tempo concesso e pure prorogato e dopo che l’Assessore ai Lavori Pubblici, Mansanta, aveva promesso che la demolizione della palestra sarebbe avvenuta durante la scorsa estate? È evidente che avviare dei lavori di tale portata durante il periodo delle lezioni comporta rischi e pericoli sia per gli alunni che per gli insegnanti che si ritrovano a frequentare l’area adiacente al cantiere.
Le soluzioni-tampone, volte ad evitare che i bambini perdano ulteriori giorni di lezione per consentire lo svolgimento dei lavori e sbandierate dall’Amministrazione come un meritorio intervento di coordinamento tra la scuola e l'impresa costruttrice, ci fanno pensare ad un proverbio latino, excusatio non petita, accusatio manifesta, ovvero "chi si scusa, si accusa": affannarsi a giustificare il proprio operato senza che sia richiesto può essere, infatti, considerato un indizio del fatto che si abbia qualcosa da nascondere e, nel caso specifico, trattandosi del Sindaco Storoni e della sua Giunta, la cosa non ci sorprenderebbe poi più di tanto.
In particolare, per quel che concerne i costi di tutta questa operazione. Vogliamo ricordare che il progetto di demolizione e ricostruzione della palestra, finanziato per 1 milione di euro da fondi sovracomunali destinati all'edilizia scolastica, grava sulle casse comunali per ben € 255.451,76 ma quello che non ci è dato sapere è se, all'interno di quest'importo, siano state conteggiate anche le spese per l’abbattimento degli uffici della ex segreteria, nonché quelle legate al rifacimento del muro di contenimento posto sul retro della palestra stessa che impedisce alla collina sovrastante di franare.
Restiamo comunque fermamente convinti che l’ostinata decisione di realizzare la nuova palestra a fronte di una situazione fortemente preoccupante riguardo agli altri plessi dell'Istituto Comprensivo comunale (soprattutto, la scuola Media “A. Menchetti" e quella dell'Infanzia “Biancaneve"), sia quanto di più deleterio un’Amministrazione potesse attuare, non solo perché sperpera denaro pubblico ma anche, e soprattutto, perché mette a repentaglio la sicurezza degli studenti, ponendo come priorità un'opera non necessaria in questo particolare momento.
E mentre qualcuno si vanta per risultati di cui c’è ben poco da vantarsi, ad Ostra i problemi legati all’edilizia scolastica restano tutti sul tappeto o forse si cerca di nasconderli sotto, un po’ come la polvere che in questi giorni i piccoli alunni della “Crocioni" stanno, loro malgrado, respirando.

Unione dei Comuni: si chiamerà "Le terre della Marca Senone". Ecco il logo


La nuova unione dei comuni della vallata ha scelto il nome e il logo. Si chiamerà “Le terre della Marca Senone” e comprenderà ufficialmente i comuni di Arcevia, Barbara, Ostra, Ostra Vetere, Senigallia, Serra de' Conti, Trecastelli.
Il percorso di avvio della nuova unione, avviato dal Co.ge.sco. ha preso forma. I sette comuni che hanno sottoscritto l'accordo stanno stringendo i tempi per rendere operativo il nuovo sodalizio. L'obiettivo è quello di dotare il territorio di uno “strumento amministrativo in grado di offrire migliori servizi, risparmio della spesa, maggiori investimenti, e semplificazione della macchina amministrativa”.
I Comuni che aderiscono all'Unione godranno delle risorse economiche trasferite dallo Stato per sostenere i percorsi di Unione comunale e le relative agevolazioni sul piano finanziario e organizzativo. Dell'unione non ne fanno parte, almeno per il momento, i comuni di Corinaldo e Castelleoni, già uniti in un precedente sodalizio che amministrativamente non è possibile sciogliere in tempi celeri.



di Giulia Mancinelli
redazione@viveresenigallia.it

mercoledì 25 ottobre 2017

Ostra: centro storico, una "lettiera" a cielo aperto


Sollecitati dalle tantissime lamentele pervenuteci e partendo dall'assunto che la raccolta degli escrementi dei cani dovrebbe essere un gesto dettato anzitutto dall’educazione e dal buon senso dei padroni degli animali, è purtroppo una costante ormai appurare che esistono ancora molti proprietari che ad Ostra si disinteressano totalmente del decoro e dell’igiene delle aree urbane e suburbane, persistendo nella deprecabile abitudine di non raccogliere gli escrementi del proprio amico a quattro zampe.
La conseguenza è che parte della cittadinanza finisce per essere esasperata da questa lordura disseminata per le vie cittadine ed anche quei padroni ligi alle regole, finiscono per esserne coinvolti per il solo fatto di avere un cane, rischiando di essere additati come potenziali responsabili della mancanza del mantenimento del decoro urbano. A tal riguardo, la legge parla chiaro; l’ordinanza GU n. 209 del 6 agosto 2013 del Ministero della Salute recita testualmente che: “ è fatto obbligo a chiunque conduca il cane in ambito urbano di raccoglierne le deiezioni e avere con sé strumenti idonei alla raccolta delle stesse”. Come per tutti gli obblighi di legge, il mancato adempimento prevede sanzioni il cui ammontare viene delegato alle singole amministrazioni locali.
Al di là dell’importo, il problema sostanziale ed annoso nel Comune di Ostra è quello del rilevamento delle infrazioni perché l'Amministrazione comunale, non disponendo di personale sufficiente a coprire le molteplici esigenze di controllo del territorio, lascia con eccessiva magnanimità che i vigili urbani svolgano principalmente compiti “scritturali” con il risultato che i trasgressori abituali la fanno puntualmente franca. Le segnalazioni agli organi competenti non sono mai state minimamente prese in considerazione e l'invito reiterato dei cittadini agli agenti di Polizia Municipale a servirsi anche dei filmati registrati dalle telecamere posizionate nelle zone interessate, non è stato accolto. La ridicola scusante addotta è che tali dispositivi elettronici vengono consultati solamente per infrazioni e/o reati di maggior gravità e non per individuare i suddetti responsabili, pertanto la sorveglianza sul mantenimento del decoro cittadino è pressoché inesistente.
Nonostante il servizio di spazzamento per l’igiene urbana sia affidato ad una società esterna di Senigallia per un impegno di spesa annua di circa € 26.500, in realtà ad Ostra la pulizia delle deiezioni va a gravare quasi in toto su quei cittadini e su quegli esercenti che quotidianamente si trovano nella nuseante situazione di dover effettuare celermente un servizio di “ramazza” che non è di propria competenza. Evidentemente non era sufficiente la vergognosa, insalubre e nociva situazione in cui versa il nostro Comune a causa del proliferare incontrastato dei piccioni e del loro guano con cui sommergono diverse zone del centro storico. Questo, dunque, è il quadro che turisti e cittadini sono costretti ad ammirare soprattutto ora con l’inversione della viabilità promossa da questa Amministrazione, voluta anche per promuovere il passeggio e gli spostamenti a piedi… peccato solo che i cittadini siano costretti a fare lo slalom tra il pantano che ormai ricopre le principali vie cittadine ed i vicoli, tra il menefreghismo totale degli amministratori. Benvenuti a “Lerciolandia”, città bandiera arancione (tendente sempre più al marrone).


    
da Comitato “Sopravvivere ad Ostra”

mercoledì 27 settembre 2017

Due documenti inediti riportano al centro del dibattito la resistenza partigiana a Ostra


di GIANCARLO BARCHIESI
A Ostra in quest’ultimo periodo sono ritornate attuali le antiche vicende storiche del 1944 legate alle uccisioni nazifasciste dei tre partigiani Brutti Pietro, Maggini Alessandro e Galassi Amedeo del 6 febbraio e a quelle delle cinque presunte spie fasciste Don Nazzareno Pettinelli, Cristanziano Nardi, Armenio Monti, Ligurgo Allegrezza e Fausta Marcellini dell’11 luglio.
Quest’anno, a rendere più visibile la commemorazione delle morti fasciste, ci ha pensato “Sinistra Italiana” che ha presentato un’interrogazione al Ministro dell’Interno ed ha invitato lo stesso a intervenire al riguardo per evitare che anche in futuro possano ancora essere riproposti dal parroco, familiari, sindaco (in veste del tutto privata) e da quanti altri ricordano con la preghiera le uccisioni dei cinque fascisti.
A scanso di equivoci si dirà subito che il ricordo dell’11 luglio, come tutti gli Ostrensi conoscono, non ha travalicato il limite della santa messa in basilica e della preghiera con la deposizione di un mazzo di fiori nel sito della fucilazione, segnalato per l’occasione con cinque bandiere Italiane, un altare con croce e un manifestino con i cinque nomi, senza per altro nessuna etichetta di partito. Secondo i promotori, il ricordo iniziato nel 1984 è stato proposto da allora saltuariamente e non ha che fare con la riproposizione del fascismo.
Non si vuole mettere in discussione il grande valore della resistenza partigiana che è stato ed è un punto di riferimento per l’Italia di ieri e di oggi, ma occorre fare chiarezza sulle rispettive responsabilità e riconoscere, come sottolinea anche il sito web stragi nazifasciste, che i tre partigiani non vennero traditi dai cinque fascisti sopra ricordati.  Anzi il valore di Brutti- Maggini- Galassi per la libertà è testimoniato da una lettera del Cappellano Militare Don Luigi Zio (nella foto) al fratello di Pietro Brutti, Antonio, che fu testimone della condanna e della morte dei tre partigiani. La riportiamo:

Due documenti inediti riportano al centro del dibattito la resistenza partigiana a Ostra
Carissimo Sig. Brutti,
apprendo con piacere che le son giunti i pochi ricordi del fratello: erano poca cosa, ma era tutto quello ch’egli m’aveva consegnato di sua mano pochi istanti prima dell’esecuzione e che avevo cercato di salvare a qualsiasi costo come una sacra reliquia.
Di una sola cosa vi sono ancora debitore e Dio voglia che io possa assolvere anche questo suo ultimo desiderio molto presto: Il caro fratello suo, baciando a lungo dinanzi al plotone d’esecuzione, mi pregava di portare il suo bacio ai bambini ed alla famiglia tutta. – Questo è il debito ch’io devo ancora sciogliere!
I particolari della fine del caro Pietro? Pensavo fossero a vostra piena conoscenza, perché la sua fine coraggiosa è avvenuta in pubblico: ma li ridirò caramente, semplicemente e sinceramente come sono a mia conoscenza.
Ero stato comandato quella domenica a seguire una compagnia di alpini che doveva partecipare ad un rastrellamento in quel di Ostra. Con la compagnia giunsi tranquillamente alla cittadina.
Seppi che erano stati fermati parecchi civili ed un neozelandese e, più tardi, venni a sapere che tre partigiani erano stati condannati a morte. Feci allora -quanto richiedeva il mio compito sacerdotale: chiesi udienza al Questore ed al Console della Milizia, perorai invano un atto di clemenza ed esigetti almeno che ai condannati fosse concessa la presenza d’un sacerdote e i conforti religiosi. Mi fu permesso e mi fu anzi imposto di annunciare io ai tre la sentenza di morte.
Essi erano custoditi rigorosamente da militi in una stanzetta del municipio e tutto s’aspettavano fuorché la condanna a morte.
Inutile dirle quale fosse il mio stato d’animo …. Cercai di dare loro la tremenda notizia come meglio potei e cercai di sorreggerli con le espressioni che partivano dal mio cuore di sacerdote e di italiano.
Il caro Pietro fu quello che con mag­gior forza d’animo e maggiore serenità apprese la sentenza e fece animo ai due compagni la cui giovinezza tentava ribellarsi ad essere stroncata: momenti di umanità più che comprensibili!
E fu Pietro quello che, concesso alla natura il brevissimo sfogo, chiese a me di confessarlo. Si confessò con animo di fanciullo: mi pare ancora di vederlo, là, nell’angolo della stanza, in piedi di fronte a me, con la destra sulla mia spalla! E, finita la sua breve confessione, egli si rivolse ai compagni e disse: -“Sono stato il vostro capo. Mi avete sempre obbedito. Obbeditemi per l’ultima volta: fate anche voi il vostro dovere di cristiani. Siamo stati uniti nella lotta; fra un’ora dovremo trovarci uniti anche in Paradiso”!
(E non creda, caro Sig. Antonio, ch’io aggiunga una sola parola a quanto egli ha detto; semmai non riporto che quelle che mi hanno più impressionato e sono rimaste e rimarranno scolpite in me).
Finita la confessione degli altri due, ci abbracciammo l’un l’altro fraternamente e sui tre così stretti a me tracciai il segno della più affettuosa benedizione.
E fu in questo atteggiamento che ci sorprese il capomanipolo venuto a prelevarli per l’esecuzione; chiesi mezz’ora di attesa perché potessero scrivere ai propri cari. Egli non era autorizzato, mi disse, alla proroga e dovetti perciò invocarla dal Console, che mi concesse 20 (=venti) minuti d’orologio!
Fu in quei pochi minuti ch’essi poterono scrivere alle famiglie. Se la mia memoria non m’inganna, le tre lettere furono consegnate ai familiari, i giorni seguenti, dai Carabinieri.
Trascorsi i momenti concessi, essi furono condotti dal Municipio alle mura della città: ricorderò per la vita la loro serenità e tranquillità! Andarono, cantando l’inno della Brigata Garibaldina e sereni, in piedi, fronte al plotone, si fermarono al luogo dell’esecuzione.
Pietro per primo baciò a lungo il Crocifisso e quindi abbracciò e baciò me: mi consegnò le poche cose che aveva, mi pregò di mettergli al collo il fazzoletto della Brigata perché dicesse, bagnato del suo sangue, la sua fede e il suo esempio. Così i suoi compagni.
Quando io mi ritirai, essi gridarono assieme “W (=Viva) l’Italia”! e la scarica li abbatteva….
La terra li consegnava al cielo!
Ripresi, dopo d’aver pregato su loro la pace degli eroi, i loro fazzoletti insanguinati e, doven­do assolutamente ripartire, affidai all’Arciprete di Ostra le loro care salme.
Questa, carissimo Sig. Antonio, la storia dolorosa e gloriosa del caro Pietro!
E, mi creda sempre con immutato sen­timento il devotissimo suo.
Don Luigi Zio.
Vicenza, 29. 1. 1946
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Per quanto riguarda le presunte “spie” fasciste riportiamo invece un’altra lettera denunzia del padre di Alessandro Maggini, Romolo, e di Luigi Pirani al Sig. Sindaco del Comune di Ostra: “Io sottoscritto, MAGGINI Romolo, padre del fu Alessandro, fucilato insieme al fu Brutti e al fu Galassi dai fascisti il 6 febbraio 1944.
Dopo lunga indagine fatta insieme, a me e Pirani Luigi, risulta quanto segue: “La sera prima dell’arresto delle suddette vittime C. T., S. E., abitanti nel territorio di Belvedere Ostrense, si presentarono dal colono Fava abitante in Collina dove sapevano di trovarci il Maggini ed il Brutti. Il Brutti appena vide il C. si sorprese con evidenza chiara di aver paura di essere tradito. Il S. appena si accorse di ciò tranquillizzò il B. con queste parole: “non temere questo (indicando il C.) vuol venire con noi; il Brutti si tranquillizzò alquanto pur dubitando della sincerità del C. dato che in una azione fatta a Belvedere Ostrense pochi giorni prima, aveva fatto il delatore sulla azione svolta. Il giorno appresso risulta che il suddetto S. ebbe un nuovo incontro col Brutti ed il Maggini, nel quale ebbe l’ordine di avvisare il Distaccamento di Ostra di spostarsi dove il Brutti ed il Maggini stavano per recarsi e cioè dal colono SCIALANI abitante in Collina alta – territorio di Montecarotto. Il S. presentandosi al Distaccamento non eseguì gli ordini ricevuti, ma riferì di non muoversi da Ostra al suddetto distaccamento. Questo cattivo servizio avvenne il sabato sera 5 febbraio: alla mattina del 6 febbraio incomincia l’azione fascista nel territorio di Ostra, il Brutti ed il Maggini dalla loro casa del suddetto colono poterono vedere come si svolgeva il rastrellamento del nemico. Gli stessi come è naturale stavano tranquilli per le loro vite perché l’azione si svolgeva fuori dalla loro zona; stando certamente in orgasmo per la sorte dei loro compagni. Trascorsa qualche ora – dove il Brutti ed il Maggini – sembravano essere assolutamente al sicuro, si ritiravano in una stanza per discutere sulla nuova situazione, quando improvvisamente si videro piombare tedeschi e fascisti nella loro abitazione, guidati dal riconosciuto C..  Lo stesso, vedendo i coloni terrorizzati, li calmava con queste testuali parole; “state tranquilli che a Voi vi salvo Io, sono stato costretto a fare la spia se no mi uccidevano a me.”.
   Il 5 luglio i calzolai G. A. e F. A. ed A. A. andarono a lavorare dal S.; questi operai durante il lavoro intavolarono discussioni con il suddetto S. E. sugli avvenimenti dell’azione Partigiana sapendolo Partigiano. Ad un frangente della discussione il G. gli chiese dove si trovava la mattina del 6 febbraio; il S. rispondeva che quella stessa mattina fu arrestato dai nazi-fascisti e tradotto in Ancona dove rimase per 15 giorni in arresto. Gli operai in (?) gli fecero questa contestazione “come mai ti arrestano e poi ti rilasciarono pur sapendoti Partigiano?” A questa domanda poterono constatare l’imbarazzo evidente, a non saper subito rispondere, poi disse di avere salvato la vita a trenta persone alludendo inoltre indirettamente che il sacrificio di 3 uomini salvò la vita a tutti gli altri.  Dalle indagini da me fatte risulta che il S. non fu affatto tradotto in Ancona, fu arrestato SÌ, ma rilasciato entro le 24 ore successive. Risulta che lo stesso dopo questi avvenimenti non prese più parte ad azioni fatte dal Distaccamento Partigiano di Ostra.
   Constatato quanto sopra: io sottoscritto Pirani Luigi – Comandante il Gruppo Patriottico locale insieme al parere del padre MAGGINI Romolo genitore del defunto Alessandro, denunciamo all’autorità competente, perché agenti responsabili al servizio del nemico, i suddetti di cui è testo la denuncia: S. E. e C. T., entrambi di Belvedere quali responsabili diretti della cattura e fucilazione conseguente dei 3 Patrioti del Distaccamento di Ostra.
In fede i sottoscritti firmano: 1) PIRANI Luigi fu Nicola.   2) MAGGINI Romolo fu Alessandro. BRUTTI Antonio.
Ostra 29 settembre 1944

lunedì 18 settembre 2017

Scelto il nuovo presidente di OstraEventi

Eletto il nuovo presidente di OstraEventi, la più importante rete di associazioni ostrensi, organizzatrice di una tra le principali feste d’autunno della nostra regione: La Notte degli Sprevengoli. A ricoprire la carica, per voto unanime dell’assemblea dei soci, sarà Enrico Sabbatini Pistelli. Trentacinque anni, di Ostra, ricoprirà il ruolo di presidente per i prossimi tre anni.

Del neo eletto Consiglio Direttivo, faranno altresì parte Ivan Muscellini (vice-presidente), Alessia Galli (tesoriere), Sofia Paradisi (segretario), Emanuela Neri e Denis Pierfederici, nonché, come da Statuto, l’assessore Abramo Franceschini.
Presidente e consiglieri sono, ovviamente, già all’opera per organizzare l’edizione numero 20 de La Notte degli Sprevengoli, che si svolgerà dal 27 al 29 ottobre nell’affascinante cornice del centro storico di Ostra. Un’edizione, questa, che si preannuncia già ricca di importanti novità, che verranno però svelate solo a partire dalle prossime settimane.
Anche quest’anno, quindi, ad Ostra, per la gioia di grandi e piccini, rivivrà l’antica credenza popolare degli ormai celeberrimi spiritelli dispettosi: gli Sprevengoli!

martedì 12 settembre 2017

Ostra: fucilazione dei fascisti del 1944, i nipoti di don Nazareno Pettinelli chiedono chiarezza


Purtroppo, nonostante il passare degli anni e molti fatti storici venuti alla luce tra cui alcuni spiacevoli, la Resistenza e il Movimento Partigiano per “salvare” il proprio onore, continuano a coprire anche quegli episodi, che non hanno nulla a che fare con la Resistenza stessa, perché non eroici, non umani e non finalizzati alla liberazione dai Nazi-Fascisti.
Tra questi occorre annoverare quanto avvenuto ad Ostra nel lontano 1944, quando i Partigiani fucilarono Don Nazzareno PETTINELLI. Per coprire tutto e credendo così di salvare l’onore della Resistenza, si continua a giustificare quella fucilazione, lanciando numerose e false accuse contro l’esemplare sacerdote. Noi a favore di Don Nazzareno PETTINELLI potremmo rispondere con mille parole e testimonianze, ma preferiamo esporre due semplici fatti.
Il primo è il monumento eretto dall’intera cittadinanza di Ostra a dieci anni dalla morte, con tutti i testimoni ancora vivi, compresi i Partigiani che hanno operato l’esecuzione, in pieno clima antifascista. In tale monumento come si deduce dalla lapide, l’intera cittadinanza di Ostra, considera Don Nazzareno Pettinelli a guisa dei Martiri e la sua uccisione dovuta esclusivamente ad insano odio. Il secondo fatto, considerando i Partigiani che hanno operato l’esecuzione probabilmente di area comunista, Ostra è stata per decenni un’isola democristiana, una rara eccezione in tutto il comprensorio senigalliese che al contrario è stato tradizionalmente rosso.
Pertanto è ora che il Movimento Partigiano voglia fare chiarezza una volta per tutte sui tragici fatti avvenuti nel 1944 ad Ostra e a tal fine chiediamo un convegno affinché l’intera verità esca fuori una volta per tutte, una verità doverosa perché fra l’altro, oltre a salvare l’onore del coraggioso sacerdote, serve anche a salvare l’onore della Vera Resistenza.

Paolo Pettinelli, nipote di don Nazzareno Pettinelli

venerdì 8 settembre 2017

Ostra: commemorazione fascista, il caso finisce in Parlamento


Sinistra Italiana ha presentato un’interrogazione parlamentare sulla questione della commemorazione di cinque spie nazifasciste, vittime di una rappresaglia dei partigiani nel 1944.
“Il Comune di Ostra è turbato dal tentativo di equiparare i martiri della Resistenza a cinque fascisti, in un'improbabile quanto inaccettabile tentativo di riconciliazione postuma”, si legge sull’Interrogazione del deputato Giovanni Paglia, finita in Parlamento. A provocare le polemiche in particolare la partecipazione, in forma privata, del sindaco di Ostra, Andrea Storoni, e del parroco del paese don Umberto Gasperini il 9 luglio scorso alla “Preghiera nel 73esimo anniversario dell’uccisione del Priore don Nazzareno Pettinelli e di coloro che furono vittime della rappresaglia avvenuta l’11 luglio 1944 in cui vennero uccisi cinque fascisti". La presenza del sindaco, iscritto al Partito democratico, aveva dato vita a polemiche all'interno del partito, ma anche dall'Associazione Nazionale Partigiani d'Italia.
Ecco il testo dell’interrogazione di Sinistra Italiana al ministro dell’Interno.
Premesso che
Il 6 febbraio 1944 a Ostra (AN) vengono assassinati dai nazifascisti i partigiani Alessandro Maggini, Amedeo Galassi e Pietro Brutti.
La fucilazione avviene dopo un rastrellamento e grazie alla denuncia di un gruppo di fascisti, che individua nei tre gli organizzatori della locale attività della Resistenza.
L’11 luglio 1944 ad essere giustiziati dai partigiani sono 5 fascisti, ritenuti i responsabili della delazione che aveva portato al precedente eccidio.
Si tratta di Monti Armeno, capitano della GNR, Nardi Cristianzano, fondatore ed esponente del fascio di Ostra, Faustina Marcellini, segretaria della sezione femminile del fascio, Allegrezza Licurgo, “camicia nera” di Senigallia, don Nazareno Pettinelli, che aveva approvato la condanna a morte dei partigiani, “in virtù della sua incondizionata adesione al fascismo e quindi ai bandi tedeschi”.
Negli ultimi anni, il Comune di Ostra è turbato dal tentativo di equiparare i martiri della Resistenza ai cinque fascisti, in un’improbabile quanto inaccettabile tentativo di riconciliazione postuma.
Dopo il tentativo respinto di erigere una lapide pubblica in ricordo dei cinque fascisti, proprio di fronte al monumento che ricorda i partigiani uccisi, si deve infatti assistere alla pubblica celebrazione dell’anniversario della morte dei repubblichini, con tanto di ostentazione di improvvisati monumenti funebri.
Proprio l’iconografia di tale monumento richiama peraltro evidentemente la cultura del neofascismo e rende evidente quanto sia impossibile distinguere il ricordo funebre e la celebrazione nostalgica e politica.
D’altra parte si è registrata in anni passati la presenza evidente ed organizzata di gruppi della destra neofascista.
A essere particolarmente inaccettabile è stata inoltre la presenza nell’agosto di quest’anno del Sindaco di Ostra, quasi a voler dare valenza istituzionale ad una cerimonia contraria allo spirito Costituzionale.
Tutto questo si inserisce in un contesto in cui l’estremismo di estrema destra si fa costantemente più aggressivo, in parallelo alla svalutazione della memoria e della storia.
Chiede
Se fosse a conoscenza dei fatti sovraesposti.
Se e come intenda intervenire per evitare che in futuro possano riproporsi, al fine di evitare indebite e inaccettabili equiparazioni fra chi combatté per la libertà del nostro paese e i nemici dell’umanità intera.

sabato 26 agosto 2017

Ostra: anziana cade per una buca in centro, le proteste del comitato Sopravvivere a Ostra

È di venerdì 25 agosto la notizia che un’anziana signora, nei pressi del forno Fòri de Porta, è inciampata nella buca lasciata da un sampietrino mancante e sia caduta rovinosamente a terra, battendo il volto in modo piuttosto violento tanto che si è reso necessario il trasporto al pronto soccorso dell'ospedale civile.
Risultato? La signora, sotto shock per il trauma subìto, dovrà essere sottoposta ad ulteriori controlli specialistici, mentre la buca è stata “prontamente” rattoppata dagli operai comunali con del materiale bituminoso. La cosa, però, che suscita sdegno è come l’Amministrazione sia poco oculata alla tutela dell’incolumità dei propri cittadini. Da mesi si predica quanto sia salutare camminare a piedi e di come l’idea dell’inversione della viabilità sia nata anche al fine di “aumentare le condizioni di sicurezza stradale, tutelando in particolare la sicurezza dei pedoni” nonché “tutelare il patrimonio storico e artistico” (Delibera di Giunta n.43 del 03.05.2017). È evidente, però, che queste sono soltanto delle false motivazioni altrimenti non si spiega come, invece di curare la pavimentazione nel centro storico con un serio e totale intervento di recupero, si preferisca aggirare il problema, facendovi transitare meno auto. Senza parlare poi della bruttezza di queste “toppe”, di cui anche la Piazza ne è piena, realizzate alla meno peggio che poco tengono conto del contesto storico, un po’ come già accaduto per i dossi lungo la Riviera di Ponente. Pertanto, non possiamo che concordare con il nostro Sindaco quando afferma che "le vie del centro non sono vie di percorrenza (e lo si è ahinoi notato) ma spazi relazionali": sì, sono decisamente il modo migliore per relazionarsi con il personale sanitario, attraverso l'incuria di questa Amministrazione menefreghista che, ignorando il concetto di ordinaria manutenzione, spaccia per riqualificazione del centro storico il rifacimento ordinario della segnaletica orizzontale - così come recentemente accaduto per il ripristino della famosa riga di Via Gramsci - piuttosto che focalizzarsi sulla cura rigorosa e decorosa di tutto il tessuto urbano. Ci auguriamo che la signora possa riprendersi al più presto e che provveda quanto prima a denunciare il vergognoso accaduto. Infine ci chiediamo: dato che la buca è stata rattoppata solamente DOPO che una signora ne ha dovuto subire le spiacevolissime conseguenze, l’inversione sarà ripristinata al vecchio senso di marcia soltanto DOPO che magari si sarà verificato un pericoloso incidente?


da Comitato “Sopravvivere ad Ostra”

giovedì 10 agosto 2017

Ostra: bagarre per il sindaco alla commemorazione "fascista". Storoni, "Ho ridotto le distanze ideologiche"


La contesa sulla commemorazioni dei morti fascisti e partigiani durante i giorni tristi della guerra civile che coinvolse l'Italia nel 1944 torna ad infiammare gli animi ostrensi.

La questione era balzata agli onori delle cronache già nel 2014 in occasione del "cippo della discordia", il famoso cippo (poi bloccato) per cui un privato cittadino (un sacedorte) aveva chiesto l'autorizzazione per apporlo in memoria di cinque cittadini ostrensi fucilati dai partigiani. Subito si era scatenata la bagarre politica e ideologica e alla fina la richiesta fu ritirata.
Ora la storia si ripete ma stavolta per via della partecipazione, in forma privata, da parte del sindaco di Ostra Andrea Storoni, il 9 luglio scorso alla “Preghiera nel 73esimo anniversario dell’uccisione del Priore don Nazzareno Pettinelli e di coloro che furono vittime della rappresaglia avvenuta l’11 luglio 1944 in cui vennero uccisi cinque fascisti". La presenza del sindaco, iscritto al Pd, avrebbe creato scompiglio anche all'interno del partito tanto il che primo cittadino ora interviene per chiarire la questione.
"Parliamo di memoria e di necessità di cambiamento affinché certe spiacevolissime pagine della storia d’Italia non si torni più a scriverle. Anche io lo dico nelle celebrazioni istituzionali e ne sono un convinto assertore. Perché non si ripetano non si può non dialogare per rifiutare l'odio e se il codice su cui possiamo ritrovarci è quello decifrato nella preghiera è un punto di partenza -afferma il una nota il sindaco Storoni- Dobbiamo continuare ad odiare tanti nostri concittadini, o i tedeschi o i giapponesi perché durante la guerra mondiale ci sono state posizioni diverse? Quando faremo pace con la storia per superare il livore che è di pura cronaca per entrare nell’insegnamento che le divisioni e le ferite si devono rimarginare altrimenti si infettano e il nostro corpo continua a soffrire e non recupera la salute che serve ad andare avanti.
Quindi per togliere ombre sulla vicenda torno a ribadire che nessuna iniziativa fascista si è svolta. Nella domenica più vicina al giorno in cui 73 anni fa sono stati fucilati 5 fascisti, un gruppo di persone, tra cui io, abbiamo ridotto la nostra distanza reciproca in termini di umana pietà nei confronti delle vittime della violenza che ha caratterizzato un frangente dolorosissimo della nostra storia. I fascisti uccisi sono stati vittime stesse della guerra nazifascista e della violenza che ideologicamente si era imposta. Rimango convinto che i partigiani si erano fatti portatori di una causa nobile che è stata fondativa per la nascita della nostra Repubblica e allo stesso tempo sono convinto che chi aderiva ad altre idee, opposte a questa, si è schierato contro l’interesse della nostra Italia. Il 9 luglio si sono dette due preghiere rivolgendoci ai due lati della strada uno di fronte all’altro c’erano i tre partigiani uccisi il 6 febbraio e dall’altra i 5 fascisti uccisi l’11 luglio.  La mia è la posizione di un uomo iscritto al Pd, già iscritto all’Anpi, cattolico, di formazione umanistica, sposato e con una figlia a cui voglio lasciare qualcosa di buono. Non è un finale ad effetto il mio, ma un imperativo morale".

Il triste rituale di Ostra. L'omaggio di parroco, sindaco e Pd alle spie nazifasciste di fronte alla lapide dei partigiani

Nel condannare la propaganda fascista il Partito Democratico predica sul piano nazionale la più assoluta intransigenza, su quello locale pratica alle volte un ambiguo lassismo. È il caso di Ostra, piccolo paese di settemila anime in provincia di Ancona, dove le famiglie di tre martiri partigiani, fucilati dalle SS tedesche durante il periodo della Resistenza, vedono la memoria dei propri cari calpestata ogni anno l'11 luglio. Una ferita che si è aperta 73 anni fa e che ancora non si è rimarginata perché il potere "temporale", il sindaco, e quello "spirituale", il parroco, contribuiscono in una singolare affinità d'intenti a gettarvi sopra altro sale. Come? Commemorando, a ogni anniversario, la morte di cinque spie nazifasciste proprio di fronte al luogo dove furono fucilati i tre partigiani. L'omaggio da una parte, l'oltraggio dall'altra.
Prima i fatti. All'alba del 6 febbraio 1944 ufficiali tedeschi delle SS aiutati da Carabinieri e agenti della Questura, rastrellarono tutto il territorio di Ostra alla ricerca di componenti del Gap locale (piccolo gruppo di partigiani comunisti), molto attivo con le sue azioni di disturbo. Come riporta l'Atlante delle stragi fasciste e naziste (un'approfondita banca dati a cui hanno lavorato più di 90 ricercatori su iniziativa della Commissione storica congiunta tra Italia e Germania), vennero radunate 200 persone e, tra queste, tre furono identificate come i vertici militari del Gap. Si tratta di Alessandro Maggini, Amedeo Galassi e Pietro Brutti, tutti con la qualifica di partigiani combattenti e tutt'oggi onorati con medaglie al valor militare alla memoria per decreto della Presidenza della Repubblica. Individuati grazie alla soffiata di alcuni fedeli alla Repubblica di Salò, dopo un processo sommario in Comune furono fucilati davanti al muro di cinta del Paese. Prima di essere giustiziati, chiesero di poter indossare al collo un fazzoletto rosso.
Nei mesi successivi il conflitto civile si inasprì. La notte dell'11 luglio in un'azione di rappresaglia i partigiani del Cln di Ancona catturarono e uccisero cinque fascisti, accusati di aver collaborato con le SS nell'individuazione dei membri del Gap (uno avrebbe fatto parte del plotone di esecuzione del 6 febbraio, riporta l'Archivio delle stragi nazifasciste).
Settantatré anni dopo, le cinque spie vengono ancora commemorate, come ogni anno, riaprendo la ferita dei familiari dei partigiani caduti. Le proteste delle famiglie non sono riuscite a rompere il silenzio d'ovatta che avvolge l'omaggio ai collaborazionisti né ad impedirne la puntuale riedizione.
E anche quest'anno non è stata fatta eccezione. Il 9 luglio scorso, nella via dei Partigiani, nei pressi della lapide che ricorda l'eccidio dei tre combattenti, "un gruppo di nostalgici, amici e parenti di repubblichini di Salò, è andato lì a commemorare le cinque comprovate spie", racconta all'HuffPost Alessandra Maltoni, nipote di Alessandro Maggini, il vicecomandante del Gap fucilato insieme a Brutti e Galassi. 
Una reunion che non avrebbe nulla di diverso dai tanti (gravi) episodi di apologia e ai rigurgiti fascisti che si registrano in più realtà d'Italia. Tranne che per un particolare: "Alla commemorazione hanno partecipato anche il sindaco di Ostra Andrea Storoni e il parroco del paese, don Umberto Gasparini", ha denunciato Maltoni.
In un volantino affisso sul sagrato della parrocchia i giorni precedenti il 9 luglio, è apparso l'invito di don Umberto ai fedeli (vedi foto) a partecipare alla "Preghiera nel 73esimo anniversario dell'uccisione del Priore don Nazzareno Pettinelli e di coloro che furono vittime della rappresaglia", con tanto di messa in Basilica e processione fino al luogo dell'uccisione con deposizione di corone di fiori.
Tra le cinque vittime della rappresaglia partigiana c'è infatti il priore di Santa Maria, don Pettinelli, che, riporta l'archivio storico delle stragi nazifasciste, "aveva approvato la condanna a morte dei partigiani 'in virtù della sua incondizionata adesione al fascismo e quindi ai bandi tedeschi', e più volte si era vantato di essere 'nero come la tonaca che indosso'".
Lo stesso don Umberto "si è adoperato, nel 2014, per far erigere un piccolo manufatto in memoria dei cinque repubblichini ma le nostre proteste e quelle dell'Anpi locale hanno fatto saltare il progetto", rammenta ancora la nipote di Maggini. Per questo, ogni anno l'adunata dei nostalgici si svolge davanti a una sorta di sacrario mobile e quindi facilmente rimovibile. La scena del 9 luglio era questa (come visibile in foto): a destra un manifesto con il nome dei cinque morti per mano partigiana incorniciato da strisce tricolore, a richiamare il valore della Patria. Valore ricalcato anche dalle cinque bandiere italiane a sinistra dell'altarino commemorativo. Al centro poi una grande croce dalle braccia falcate che secondo l'avvocato Piergiovanni Alleva, autore di un esposto-denuncia per apologia di fascismo alla procura di Ancona, "non ha nulla a che fare con la croce cristiana" ma richiama piuttosto "la croce prussiana ripresa, in ultimo, dal III Reich di Adolf Hitler". Una rievocazione dal sapore nazifascista che fa ancora più male alle famiglie dei partigiani caduti perché consumata lì, di fronte alla lapide dei tre martiri.
Ma a non passare inosservata è stata anche l'adesione del sindaco di Ostra, Andrea Storoni, classe '85 ed eletto nel 2014 con la lista civica Vivere Ostra, che l'HuffPost ha provato a contattare senza tuttavia riuscirci. Storoni fa parte anche del Partito Democratico, ha sostenuto con la sua lista il Sì al referendum costituzionale del 4 dicembre ed è assiduo partecipante alle riunioni del Circolo Pd di Ostra. Tant'è che la sua presenza - senza fascia tricolore - alla commemorazione è finita al centro di una delle riunioni del circolo dem.
Con una lettera datata 21 luglio 2017 al Coordinatore Pd Ostra Arcangelo Valeri, un militante ha chiesto se sia vero che "tutti i componenti del circolo erano a conoscenza e condividevano la partecipazione del sindaco Storoni all'iniziativa di commemorazione di 5 spie nazifasciste fucilate". La missiva (di cui l'HuffPost è in possesso) è stata inviata, per conoscenza, anche al segretario provinciale e a quello regionale, nonché al responsabile nazionale per gli Enti locali della segreteria nazionale, il sindaco renziano di Pesaro Matteo Ricci, vista "la gravità dell'affermazione che snatura alla radice la matrice antifascista del Pd", scrive con palese sdegno il militante dem.
Nella sua risposta, inviata il 25 luglio, il coordinatore Valeri conferma la presenza del sindaco alla commemorazione. In particolare, il vertice locale Pd scrive che "in uno di questi incontri il Sindaco, che è sempre presente, ha comunicato di aver ricevuto un invito a partecipare all'ormai usuale momento in ricordo delle '5 spie fasciste' fucilate da patrioti ignoti e ha chiesto un parere ai presenti chiarendo che comunque sarebbe andato in forma privata e personale, senza fascia tricolore". Valeri ricorda che già i precedenti sindaci avevano presenziato alla commemorazione senza "suscitare nessuno scandalo". Non solo: "A mio modesto parere dobbiamo considerarlo un momento di preghiera, che non si nega a nessuno, ma spero anche di riflessione per constatare che è servita una terribile guerra fratricida per liberare l'Italia dal giogo nazifascista". Poi arriva quella che appare come una giustificazione dell'evento:
"Il ricordo di quel comune dolore non dovrebbe fare scandalo perché risponde a un sentimento religioso, di umanissima pietà che non può essere negata a nessuno". Infine, il nocciolo della questione:
Per quanto sopra, il Circolo Pd di Ostra ha condiviso la presenza del Sindaco a quell'incontro proprio perché è stato invitato e ha partecipato a titolo personale A. Valeri (Coord. Pd Ostra) 25/07/2017
C'era quindi il convinto placet del circolo Pd locale alla partecipazione del primo cittadino alla commemorazione dei cinque collaborazionisti. Un assenso che stona, e non poco, con il fatto che lo stesso Pd si sia fatto promotore in Parlamento, con il ddl Fiano, di un inasprimento della pena per l'apologia di fascismo (con reclusione da sei mesi a due anni per chiunque propagandi immagini o contenuti del partito fascista o nazionalsocialista tedesco o delle loro ideologie).
Vera Maggini, sorella del partigiano Alessandro, non nasconde la sua angoscia: "È un infame tentativo di oltraggio alla Memoria e alla Storia", si sfoga parlando con l'HuffPost. "Ciò che avviene ormai da anni, con sempre rinnovato ardore e ignorando le proteste verbali e scritte più volte da me inoltrate, mi ferisce continuamente nel ricordo di quelle tre vite spezzate", continua Maggini. "Vite immolatesi affinché il loro Paese ritrovasse la pace, la libertà, la dignità, la democrazia".
A Ostra, nella valle del fiume Misa, davanti al luogo della fucilazione dei tre partigiani oggi sorge una lapide scarna: è un cippo semplice e spoglio, guarnito solo da una pianta di fiori. "Se ne prende cura la figlia del partigiano fucilato Pietro Brutti, rimasta orfana di padre quando aveva solo un anno. Lo fa con grande amore. E silenziosa pena".

martedì 1 agosto 2017

Ostra: viabilità, finalmente l'Amministrazione modifica l'orario della ztl in via Gramsci


In questo post apparso lunedì pomeriggio sulla pagina Facebook del Comune di Ostra, leggiamo che l’orario della ZTL in VIA GRAMSCI è stato - finalmente! - modificato: la chiusura al traffico, a partire da oggi, avverrà dalle ore 20 nei giorni feriali, come per Corso Mazzini.

È curiosa, però, la motivazione che ha indotto la Giunta a rivedere quanto precedentemente stabilito con propria Delibera n. 67 del 30/06/2017; leggiamo, infatti, che questa modifica non è stata dovuta tanto al crescente malcontento di commercianti e cittadini che contestavano la chiusura anticipata di Via Gramsci che, di fatto, penalizzava gli operatori in loco, quanto piuttosto perché, a differenza di quello che la Giunta sperava, “non sono pervenute richieste da parte degli operatori commerciali, volte ad ottenere la concessione di occupazione di suolo pubblico”.
Quindi, se questa innovazione viaria non ha funzionato bene come l’Amministrazione aveva ipotizzato, la colpa sarebbe da imputare ai commercianti che, non essendo accorsi in massa per occupare il suolo pubblico con sedie, tavolini ed esposizioni varie per rendere “l’area maggiormente attrattiva per il passeggio dei cittadini e dei turisti” (!!!), avrebbero portato la Giunta a modificare l’orario di chiusura di Via Gramsci.
Solitamente chi amministra cerca, ove possibile, di individuare ed attuare le risoluzioni più consone ai problemi evidenziati dalla popolazione; in questo caso, invece, è avvenuto il contrario, ovvero si è proposta una soluzione enormemente contestata per eliminare delle difficoltà inesistenti. Ciò che, invece, veniva richiesto a gran voce era il poter garantire una maggiore accessibilità ai servizi, consentendo così alle auto di transitare in centro almeno fino all’orario di chiusura dei negozi. Purtroppo, tale richiesta è stata accolta dopo ben tre settimane di “sperimentazione” che, per alcune attività commerciali, hanno costituito una notevole diminuzione degli introiti.
Ma la verità incontrovertibile è che l’isola pedonale di Via Gramsci (come d’altronde tutta l’inversione in sé) si è rivelata un completo fallimento fin dall’inizio per i cittadini ma, soprattutto, per i commercianti; non servivano di certo studi o sperimentazioni per capire che anticipare la ZTL in Via Gramsci alle ore 18:00 avrebbe portato più problemi che benefici.
Ci permettiamo, dunque, di avanzare un suggerimento all’Amministrazione Storoni: se proprio non sapete come risolvere i problemi, cercate almeno di non crearli, sarebbe già un passo avanti.


  da Comitato “Sopravvivere ad Ostra”

mercoledì 26 luglio 2017

AD OSTRA E' SCOPPIATA LA TERZA GUERRA MONDIALE MA FORSE SI SONO CREATI I PRESUPPOSTI PER IL RITORNO DELLA PACE

articolo tratto dal blog di Alberto Pirani  (http://albertopirani.blogspot.it)
La "querelle" ostrense, che ha assunto in questi ultimi giorni caratteri tragicomici, conferma alcuni tratti dello spirito nazionale: contrapposizione(Orazi contro Curiazi, Guelfi contro Ghibellini, Montecchi contro Capuleti, Coppi contro Bartali), difficoltà ad individuare importanza e priorità dei problemi, tendenza al melodramma.
La "telenovela" - ormai non possiamo che definirla così - si è arricchita in questi giorni di un ulteriore passaggio. E' stata trovata appesa con un cappio al collo, "impiccata" ad un muro di un palazzo vicinissimo a quello municipale, una bambola; dietro una scritta sul muro tracciata con vernice rossa  "state attenti".
Anche a prima vista faceva pensare ad una goliardata di un paio di ragazzotti, anche se piuttosto pesante e di indubbio cattivo gusto. E così dopo pochi giorni si è rivelata.
A caldo ne è venuto invece fuori un "pieno" manco se l'ISIS avesse bombardato il Vaticano. Il sindaco ha denunciato che era stata minata la serenità di una comunità, c'è stata una corsa a chi esprimeva più solidarietà al sindaco con accenti di profonda preoccupazione, nemmeno gli fosse stato fatto saltare con il tritolo il municipio o la sua auto posteggiata all'aperto. La sensazione è che la maggior parte di coloro (persone o enti) che hanno manifestato la loro solidarietà, in molti casi con enfasi, lo abbiano fatto perchè non si pensasse  o si dicesse che mancavano all'appello mettendo in moto una serie di congetture: hanno manifestato solidarietà  l'ANCI di Ancona, art 1 MDP, i Giovanni Democratici di Ancona, gli onorevoli Ricciatti e Busilacchi di artt.1 MDP e molti altri. Reazione spropositata rispetto all'evento, a mio avviso Tendenza al melodramma. Aumentava così il tono dello scontro anche perchè alla provocazione della bambola "impiccata" faceva  riscontro il danneggiamento  della bacheca nella quale la minoranza espone documenti sulla sua attività politica. Molte voci si levavano sollecitando una moderazione dei toni. Tra di esse la mia,
In sintesi credo si possa affermare che:
a) il problema della viabilità ad Ostra è di rilievo per la comunità ostrense ma non è certo ai vertici dei problemi nè locali, nè regionali, nè nazionali nè delle amministrazioni nè dei singoli partiti
b) il principale responsabile della situazione che si è creata è il sindaco il quale ha preso il provvedimento in un isolamento solipsistico che la dice lunga sulle reali idee di molti esponenti che si dicono "di sinistra"circa il funzionamento  delle istituzioni democratiche. Il sindaco ha poi perseverato nell'errore negando il confronto ed impedendo lo svolgimento del referendum attraverso il quale i cittadini avrebbero potuto esprimere il proprio pensiero
c) la bambola "impiccata",  il vetro della bacheca rotto sono emblematici di un atteggiamento infantile che riduce la politica a piccole cose e a orizzonti limitati e questo avrebbe dovuto fin dall'inizio far ridimenzionare l'episodio
Altrettanto infantile appare l'atteggiamento di chi, forte di un mandato popolare, crede che questo lo autorizzi a considerare "res privata" la "res publica" e si muove con arroganza e sostanziale chiusura
d) la gestione amministrativa di realtà locali, specie se piccole, deve essere improntata ad un confronto e ad un dialogo "costruttivi"tra le forze politiche in campo che spesso si presentano agli elettorii sotto forma di liste civiche. Maggioranza e opposizione nei loro rispettivi ruoli, con le loro rispettive proposte ma avendo come comune obbiettivo il benessere della comunità
Ho pertanto letto con favore la lettera aperta inviata al sindaco dal comitato "sopravvivere ad Ostra" con la quale il Comitato si dichiara disponibile ad accogliere l'invito del sindaco a confrontarsi pubblicamente "sull'episodio di vandalismo che nelle ultime 48 ore ha destato molte reazioni e avuto una eco vastissima al punto tale di essere diventato l'unico argomento di discussione dentro e fuori il nostro comune"
Perfetto  ma mi chiedo. Se  vi confrontate pubblicamente perchè non lo fate su tutto? Così come sembra, esaurito il confronto sulla bambola.................tutti a casa?