mercoledì 5 settembre 2018

Bello sull'Unione dei Comuni: "La seduta consiliare una farsa grottesca"


Relativamente alla seduta consiliare dell’Unione dei Comuni ‘La Terra della Marca Senone’, tenutasi martedì pomeriggio, è opportuno fare alcune considerazioni, soprattutto perché in quella seduta sono emerse contraddizioni politiche in seno all’Unione stessa, irregolarità contabili e amministrative, nonché violazioni di leggi, di Statuto e di Regolamento, che non possono e non debbono essere sottaciute.
1) Anzitutto, la grave assenza del Presidente Mangialardi, che non si è degnato di presenziare alla seduta, nella quale avrebbe dovuto illustrare le linee programmatiche dell’Unione. Linee programmatiche, tra l’altro, non dibattute non solo per l’inaccettabile assenza del Presidente-Sindaco Mangialardi, ma anche per l’incapacità politica dei Sindaci-Assessori della sua Giunta (Storoni, Serrani, Bomprezzi, Conigli, Pancotti e Tassi), che hanno deciso – più per timore referenziale al loro ‘capo’ e per l’assenza anche del deus ex machina di tutta l’Unione, cioè Maurizio Mandolini, che è di fatto l’autore e l’estensore di tutti gli atti di questo nuovo Ente - di rinviare l’argomento perché probabilmente incapaci politicamente di illustrarle al Consiglio oppure perché non ne hanno verosimilmente coscienza. La verità è che, l’unico punto iscritto all’ordine giorno degno di tale nota è stato rinviato a data da destinarsi con l’assordante silenzio della maggioranza PD dei Consiglieri, oramai proni ad ogni decisione dei vertici politici dell’Unione. Ovviamente, tutto ciò deve far riflettere. Anche perché, dopo i proclami di Mangialardi e di quelli dei sindaci dei Comuni associati sulla necessità e sulla peculiarità di questa Unione, ma soprattutto dopo aver sottolineato che quest’Unione rappresenti la capacità vera di buona amministrazione di area vasta, di maturità amministrativa e di capacità gestionali, ci saremmo aspettati un coinvolgimento diverso, più sentito, immediato, preparato da parte dei rappresentanti di governo e di maggioranza. Invece, ieri pomeriggio, abbiamo assistito ad una farsa, ad una raffigurazione teatrale, in cui gli attori protagonisti (sindaci e consiglieri di maggioranza PD) non sono riusciti a dissipare dubbi e perplessità ancora presenti su questa operazione, che nulla ha a che fare con lo sviluppo e la crescita di questo territorio. Dopotutto, non c’è da biasimarli, anche perché il contenuto delle linee programmatiche non solo è scarno di contenuti concreti, ma non ha alcuna ‘direzione’ certa. Questa Unione, in poche parole, è solo un esperimento politico, in cui non vi sono unità di intenti ed il cui contenuto manca di obiettivi e di risorse. Le linee-guida, che avrebbero dovuto essere discusse, sono semplicemente lo spettro di una enunciazione di principi generali, a cui non segue alcun elemento di indirizzo concreto, ragionevole ed accettabile. 2) La seduta di ieri pomeriggio ha rappresentato l’apoteosi di ‘qualcosa’, che non esiste se non sulla carta e nell’immaginario di coloro, che hanno voluto questa Unione dei Comuni e che l’hanno votata a scatola chiusa, senza rendersi conto del danno perpetrato non solo ai Comuni delle Valli del Misa e del Nevola (Ostra, Ostra Vetere, Trecastelli, Arcevia, Serra de’ Conti, Barbara), ma anche allo stesso Comune di Senigallia, nonostante sia l’ente che ne tragga e ne trarrà più benefici in termini politici e finanziari. In termini politici perché Mangialardi e il PD hanno di fatto depauperato i piccoli Comuni di ogni capacità decisionale ed operativa, destinandoli a meri esecutori di decisioni assunte dal ‘despota’ Mangialardi e dalla sua ‘corte’ legata al PD; in termini finanziari, invece, perchè questa Unione altro non è che lo strumento per aggiustare e risolvere in modo definitivo – sempre che l’operazione vada a buon fine – gli innumerevoli problemi di natura economico-finanziaria ed amministrativa che l’Amministrazione comunale di Senigallia ha creato negli anni con azioni, tra l’altro e non da ultimo, evidenziate in una serie di diffide e di irregolarità gravissime, che gli ispettori del Ministero dell’Economia e Finanze hanno inviato più di un anno fa al Comune in una cospicua Relazione, a cui ancora il Comune deve rispondere con le sue controdeduzioni. Insomma, la seduta di ieri pomeriggio ha dimostrato – anche se non ve fosse necessità – che questa Unione è stata il frutto di una costrizione partitica del PD senigalliese nei confronti dei Comuni vallivi, che a maggioranza (cioè solo con i voti delle maggioranze targate PD e dei sindaci targarti sempre PD dei Comuni di Trecastelli, Ostra, Ostra Vetere, Serra de’ Conti, Barbara ed Arcevia) hanno deliberato la costituzione di una ‘gabbia’, in cui solo Senigallia ha l’egemonia assoluta e il comando di tutta la struttura, dei settori più importanti e degli strumenti operativi più rilevanti. 3) Una nota dolente va espressa anche per le modalità organizzative dei lavori della seduta del Consiglio. Sia il Presidente Mansanta che il Segretario Generale dell’Ente non sono riusciti a gestire la riunione. Ciò in mancanza di un puntuale Regolamento, che disciplinasse tali aspetti. Nella Conferenza dei Capigruppo, convocata più di dieci giorni fa, questa situazione era stata posta all’attenzione di Mansanta e del Segretario, ma ovviamente durante la seduta del Consiglio non aver voluto preventivamente concordare in modo puntuale l’organizzazione dei lavori consiliari, ha prodotto confusione e limitazioni a dir poco indecenti. Probabilmente, il Presidente Mansanta vorrebbe ridurre il Consiglio dell’Unione ad un semplice ‘consiglio di amministrazione’, alla sua mercé e a quella di Mangialardi, in cui i provvedimenti vengano adottati semplicemente alzando la mano e nel più ossequioso silenzio di tutti. Ebbene, se fosse così, sappia fin da ora Mansanta, e la maggioranza PD di questa Unione, che così non è e non sarà! 4) La questione più grave, che il Consiglio ha dovuto affrontare è stata, però, la proposta di nomina del Revisore dei Conti dell’Unione. Di fronte a richieste di chiarimento sui criteri di ripartizione della spesa tra i Comuni, sulla provenienza delle risorse per la copertura di tale spesa, sulla esistenza o meno di un bilancio dell’Unione e sulla regolarità tecnico-contabile della proposta di delibera iscritta all’ordine del giorno, si è rasentato il ridicolo, ma soprattutto abbiamo compreso come questa Unione navighi a vista. In poche parole, la Giunta dell’Unione ha presentato al Consiglio un atto, a cui mancava il parere di regolarità tecnico-contabile ovvero di regolarità tecnica, che obbligatoriamente necessita allegare al provvedimento posto in discussione. Ma in questa proposta di delibera non solo mancava il parere (e ciò di fatto avrebbe comportato vizi di illegittimità gravi tali da rendere l’atto annullabile con conseguenze, sotto il profilo della responsabilità contabile e amministrativa, aventi natura di illecito qualora l’atto fosse stato approvato), ma al suo interno non era precisato nemmeno su quale capitolo di bilancio avrebbe dovuto imputarsi la spesa, considerando poi che l’Unione, ad oggi, non ha alcun Bilancio approvato o schema di bilancio in fieri. A questo punto, nessun componente della Giunta (tanto meno l’Assessore-Sindaco con delega alle risorse finanziare) è stato capace e in grado di dare risposte plausibili ai tanti dubbi sollevati dall’opposizione. A tal punto che, proprio in base alla mia proposta di rinvio del provvedimento per palese violazione di legge, la maggioranza è stata costretta a prendere atto della situazione e votare, insieme all’opposizione, il rinvio della proposta di nomina del revisore dei conti, ammettendo gli errori, le violazioni e l’inopportunità di una ‘pratica’ inaccettabile.

Capogruppo della Lega al Consiglio dell’Unione dei Comuni

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