Sono ormai ufficialmente iniziati i lavori di demolizione della palestra di Via Europa.
L’operazione è stata articolata in due fasi: la prima, la rimozione
della copertura in fibrocemento dell’edificio, avvenuta tra il 31
ottobre ed il 3 novembre che ha provocato delle variazioni agli orari di
apertura/chiusura della scuola; la seconda, la demolizione del
manufatto e dell’ex segreteria, iniziati il 23 novembre.
Da un post Facebook della pagina del Comune di Ostra (divenuto ormai
il canale ufficiale per le comunicazioni dell’Amministrazione) abbiamo
appreso che tali lavori di demolizione, in accordo tra la scuola e la
ditta appaltatrice, sarebbero dovuti proseguire addirittura durante il
pomeriggio di sabato 25 e per tutta la giornata di domenica 26 novembre
ma, a causa delle avverse condizioni meteo odierne, il cantiere è
rimasto fermo.
Che l’Amministrazione Storoni non brilli per capacità organizzative e
di programmazione è ormai risaputo e anche la gestione ordinaria di
questo intervento fa sorgere più di una domanda. Intanto: è normale che,
a pochi metri da una scuola primaria aperta, si debba abbattere una
tale struttura, con i bambini nelle classi costretti a far lezione tra
il rumore assordante e le nuvole di polvere che questi lavori
inevitabilmente comportano?
Ma soprattutto: perché ci si è ridotti ad eseguire i lavori proprio
in questo periodo, con l’anno scolastico in corso, dopo che tale
intervento era stato da tempo concesso e pure prorogato e dopo che
l’Assessore ai Lavori Pubblici, Mansanta, aveva promesso che la
demolizione della palestra sarebbe avvenuta durante la scorsa estate? È
evidente che avviare dei lavori di tale portata durante il periodo delle
lezioni comporta rischi e pericoli sia per gli alunni che per gli
insegnanti che si ritrovano a frequentare l’area adiacente al cantiere.
Le soluzioni-tampone, volte ad evitare che i bambini perdano
ulteriori giorni di lezione per consentire lo svolgimento dei lavori e
sbandierate dall’Amministrazione come un meritorio intervento di
coordinamento tra la scuola e l'impresa costruttrice, ci fanno pensare
ad un proverbio latino, excusatio non petita, accusatio manifesta,
ovvero "chi si scusa, si accusa": affannarsi a giustificare il proprio
operato senza che sia richiesto può essere, infatti, considerato un
indizio del fatto che si abbia qualcosa da nascondere e, nel caso
specifico, trattandosi del Sindaco Storoni e della sua Giunta, la cosa
non ci sorprenderebbe poi più di tanto.
In particolare, per quel che concerne i costi di tutta questa
operazione. Vogliamo ricordare che il progetto di demolizione e
ricostruzione della palestra, finanziato per 1 milione di euro da fondi
sovracomunali destinati all'edilizia scolastica, grava sulle casse
comunali per ben € 255.451,76 ma quello che non ci è dato sapere è se,
all'interno di quest'importo, siano state conteggiate anche le spese per
l’abbattimento degli uffici della ex segreteria, nonché quelle legate
al rifacimento del muro di contenimento posto sul retro della palestra
stessa che impedisce alla collina sovrastante di franare.
Restiamo comunque fermamente convinti che l’ostinata decisione di
realizzare la nuova palestra a fronte di una situazione fortemente
preoccupante riguardo agli altri plessi dell'Istituto Comprensivo
comunale (soprattutto, la scuola Media “A. Menchetti" e quella
dell'Infanzia “Biancaneve"), sia quanto di più deleterio
un’Amministrazione potesse attuare, non solo perché sperpera denaro
pubblico ma anche, e soprattutto, perché mette a repentaglio la
sicurezza degli studenti, ponendo come priorità un'opera non necessaria
in questo particolare momento.
E mentre qualcuno si vanta per risultati di cui c’è ben poco da
vantarsi, ad Ostra i problemi legati all’edilizia scolastica restano
tutti sul tappeto o forse si cerca di nasconderli sotto, un po’ come la
polvere che in questi giorni i piccoli alunni della “Crocioni" stanno,
loro malgrado, respirando.