Relativamente alla seduta
consiliare dell’Unione dei Comuni ‘La Terra della Marca Senone’,
tenutasi martedì pomeriggio, è opportuno fare alcune considerazioni,
soprattutto perché in quella seduta sono emerse contraddizioni politiche
in seno all’Unione stessa, irregolarità contabili e amministrative,
nonché violazioni di leggi, di Statuto e di Regolamento, che non possono
e non debbono essere sottaciute.
1) Anzitutto, la grave assenza del Presidente Mangialardi, che non
si è degnato di presenziare alla seduta, nella quale avrebbe dovuto
illustrare le linee programmatiche dell’Unione. Linee programmatiche,
tra l’altro, non dibattute non solo per l’inaccettabile assenza del
Presidente-Sindaco Mangialardi, ma anche per l’incapacità politica dei
Sindaci-Assessori della sua Giunta (Storoni, Serrani, Bomprezzi,
Conigli, Pancotti e Tassi), che hanno deciso – più per timore
referenziale al loro ‘capo’ e per l’assenza anche del deus ex machina di
tutta l’Unione, cioè Maurizio Mandolini, che è di fatto l’autore e
l’estensore di tutti gli atti di questo nuovo Ente - di rinviare
l’argomento perché probabilmente incapaci politicamente di illustrarle
al Consiglio oppure perché non ne hanno verosimilmente coscienza. La
verità è che, l’unico punto iscritto all’ordine giorno degno di tale
nota è stato rinviato a data da destinarsi con l’assordante silenzio
della maggioranza PD dei Consiglieri, oramai proni ad ogni decisione dei
vertici politici dell’Unione. Ovviamente, tutto ciò deve far
riflettere. Anche perché, dopo i proclami di Mangialardi e di quelli dei
sindaci dei Comuni associati sulla necessità e sulla peculiarità di
questa Unione, ma soprattutto dopo aver sottolineato che quest’Unione
rappresenti la capacità vera di buona amministrazione di area vasta, di
maturità amministrativa e di capacità gestionali, ci saremmo aspettati
un coinvolgimento diverso, più sentito, immediato, preparato da parte
dei rappresentanti di governo e di maggioranza. Invece, ieri pomeriggio,
abbiamo assistito ad una farsa, ad una raffigurazione teatrale, in cui
gli attori protagonisti (sindaci e consiglieri di maggioranza PD) non
sono riusciti a dissipare dubbi e perplessità ancora presenti su questa
operazione, che nulla ha a che fare con lo sviluppo e la crescita di
questo territorio. Dopotutto, non c’è da biasimarli, anche perché il
contenuto delle linee programmatiche non solo è scarno di contenuti
concreti, ma non ha alcuna ‘direzione’ certa. Questa Unione, in poche
parole, è solo un esperimento politico, in cui non vi sono unità di
intenti ed il cui contenuto manca di obiettivi e di risorse. Le
linee-guida, che avrebbero dovuto essere discusse, sono semplicemente lo
spettro di una enunciazione di principi generali, a cui non segue alcun
elemento di indirizzo concreto, ragionevole ed accettabile.
2) La seduta di ieri pomeriggio ha rappresentato l’apoteosi di
‘qualcosa’, che non esiste se non sulla carta e nell’immaginario di
coloro, che hanno voluto questa Unione dei Comuni e che l’hanno votata a
scatola chiusa, senza rendersi conto del danno perpetrato non solo ai
Comuni delle Valli del Misa e del Nevola (Ostra, Ostra Vetere,
Trecastelli, Arcevia, Serra de’ Conti, Barbara), ma anche allo stesso
Comune di Senigallia, nonostante sia l’ente che ne tragga e ne trarrà
più benefici in termini politici e finanziari. In termini politici
perché Mangialardi e il PD hanno di fatto depauperato i piccoli Comuni
di ogni capacità decisionale ed operativa, destinandoli a meri esecutori
di decisioni assunte dal ‘despota’ Mangialardi e dalla sua ‘corte’
legata al PD; in termini finanziari, invece, perchè questa Unione altro
non è che lo strumento per aggiustare e risolvere in modo definitivo –
sempre che l’operazione vada a buon fine – gli innumerevoli problemi di
natura economico-finanziaria ed amministrativa che l’Amministrazione
comunale di Senigallia ha creato negli anni con azioni, tra l’altro e
non da ultimo, evidenziate in una serie di diffide e di irregolarità
gravissime, che gli ispettori del Ministero dell’Economia e Finanze
hanno inviato più di un anno fa al Comune in una cospicua Relazione, a
cui ancora il Comune deve rispondere con le sue controdeduzioni.
Insomma, la seduta di ieri pomeriggio ha dimostrato – anche se non ve
fosse necessità – che questa Unione è stata il frutto di una costrizione
partitica del PD senigalliese nei confronti dei Comuni vallivi, che a
maggioranza (cioè solo con i voti delle maggioranze targate PD e dei
sindaci targarti sempre PD dei Comuni di Trecastelli, Ostra, Ostra
Vetere, Serra de’ Conti, Barbara ed Arcevia) hanno deliberato la
costituzione di una ‘gabbia’, in cui solo Senigallia ha l’egemonia
assoluta e il comando di tutta la struttura, dei settori più importanti e
degli strumenti operativi più rilevanti.
3) Una nota dolente va espressa anche per le modalità organizzative dei
lavori della seduta del Consiglio. Sia il Presidente Mansanta che il
Segretario Generale dell’Ente non sono riusciti a gestire la riunione.
Ciò in mancanza di un puntuale Regolamento, che disciplinasse tali
aspetti. Nella Conferenza dei Capigruppo, convocata più di dieci giorni
fa, questa situazione era stata posta all’attenzione di Mansanta e del
Segretario, ma ovviamente durante la seduta del Consiglio non aver
voluto preventivamente concordare in modo puntuale l’organizzazione dei
lavori consiliari, ha prodotto confusione e limitazioni a dir poco
indecenti. Probabilmente, il Presidente Mansanta vorrebbe ridurre il
Consiglio dell’Unione ad un semplice ‘consiglio di amministrazione’,
alla sua mercé e a quella di Mangialardi, in cui i provvedimenti vengano
adottati semplicemente alzando la mano e nel più ossequioso silenzio di
tutti. Ebbene, se fosse così, sappia fin da ora Mansanta, e la
maggioranza PD di questa Unione, che così non è e non sarà!
4) La questione più grave, che il Consiglio ha dovuto affrontare è
stata, però, la proposta di nomina del Revisore dei Conti dell’Unione.
Di fronte a richieste di chiarimento sui criteri di ripartizione della
spesa tra i Comuni, sulla provenienza delle risorse per la copertura di
tale spesa, sulla esistenza o meno di un bilancio dell’Unione e sulla
regolarità tecnico-contabile della proposta di delibera iscritta
all’ordine del giorno, si è rasentato il ridicolo, ma soprattutto
abbiamo compreso come questa Unione navighi a vista. In poche parole, la
Giunta dell’Unione ha presentato al Consiglio un atto, a cui mancava il
parere di regolarità tecnico-contabile ovvero di regolarità tecnica,
che obbligatoriamente necessita allegare al provvedimento posto in
discussione. Ma in questa proposta di delibera non solo mancava il
parere (e ciò di fatto avrebbe comportato vizi di illegittimità gravi
tali da rendere l’atto annullabile con conseguenze, sotto il profilo
della responsabilità contabile e amministrativa, aventi natura di
illecito qualora l’atto fosse stato approvato), ma al suo interno non
era precisato nemmeno su quale capitolo di bilancio avrebbe dovuto
imputarsi la spesa, considerando poi che l’Unione, ad oggi, non ha alcun
Bilancio approvato o schema di bilancio in fieri. A questo punto,
nessun componente della Giunta (tanto meno l’Assessore-Sindaco con
delega alle risorse finanziare) è stato capace e in grado di dare
risposte plausibili ai tanti dubbi sollevati dall’opposizione. A tal
punto che, proprio in base alla mia proposta di rinvio del provvedimento
per palese violazione di legge, la maggioranza è stata costretta a
prendere atto della situazione e votare, insieme all’opposizione, il
rinvio della proposta di nomina del revisore dei conti, ammettendo gli
errori, le violazioni e l’inopportunità di una ‘pratica’ inaccettabile.
Capogruppo della Lega al Consiglio dell’Unione dei Comuni