Nessun favoritismo nei confronti delle imprese incaricate dei lavori di
adeguamento antincendio e ristrutturazione dell’edificio della
Fondazione “Antonini-Moroni-Morganti” di Ostra, destinato a residenza
per anziani.
Questo è il verdetto del Collegio penale del Tribunale anconetano
presieduto dal Dott. Carlo Masini che all’udienza del 2 ottobre scorso
ha assolto dall’accusa di abuso d’ufficio,
perché il fatto non sussiste, il Presidente della Fondazione Raimondo
Paradisi, difesa dall’Avv. Manola Micci, e la Consigliera Rosanna
Peloni, difesa dall’Avv. Maurizio Marinozzi Ramadori.
Gli Amministratori della Fondazione, nell’affidare gli appalti, hanno
agito nel pieno rispetto della normativa vigente tenendo conto,
nell’esclusivo interesse dell’Ente amministrato, della capacità,
efficienza e competenza delle ditte prescelte.
Del resto, i medesimi si erano trovati nella urgente necessità di
provvedere al ripristino della struttura che al momento del loro
insediamento mostrava carenze manutentive di vario tipo.
Evidentemente, la solerzia e la dedizione impiegata dai due
amministratori nell’espletamento della loro funzione ha creato una
discontinuità tale con il passato da provocare una reazione scomposta,
che è sfociata in una denuncia rivelatasi infondata e inveritiera.
Ma come capita in questi casi, le ingiuste accuse rivolte al Paradisi
e alla Peloni hanno cagionato loro una grave sofferenza protrattasi per
i lunghi anni di svolgimento delle indagini e del processo, nonché la
sottoposizione alla “gogna mediatica” che, pur limitata ai media locali,
ha acuito il disagio dei medesimi, che, ingiustamente accusati, sono
stati costretti a difendersi non solo nel processo, ma anche fuori.
Ma difendersi da cosa? Dall’aver agito per migliorare le condizioni
di una struttura destinata agli anziani e averlo fatto nel perseguimento
del pubblico interesse?
E’ quanto evidenziato dai difensori degli imputati nel corso del processo.
In particolare, gli Avvocati Marinozzi e Micci hanno stigmatizzato la
correttezza e la piena conformità alla vigente normativa della
procedura seguita dagli Amministratori della Fondazione nella scelta sia
della ditta fornitrice dei materiali antincendio e incaricata della
relativa manutenzione sia di quelle cui sono stati affidati i lavori di
adeguamento strutturale prescritti dalla Legge Regionale n.20 del 2002,
evidenziando come essi abbiano agito con la massima trasparenza e
diligenza ottenendo le migliori condizioni economiche e contrattuali per
l’Ente amministrato, e facendo fronte con tempestività ed efficienza a
una situazione di urgenza già determinatasi prima dell’inizio del loro
mandato e quindi non ad essi ascrivibile (così evitando il rischio, per
niente remoto, di sospensione e/o revoca dell’autorizzazione sanitaria),
il tutto senza trarre ovviamente alcun vantaggio per sé né cagionare
danno a chicchessia; non altrettanto encomiabile è risultata purtroppo
la condotta di taluni addetti agli uffici amministrativi della
Fondazione, il cui operato nella vicenda si è rivelato deficitario e non
corretto.
Una vicenda triste nella vita di due persone oneste e capaci
ingiustamente accusate, conclusasi purtuttavia con una bella pagina per
la Giustizia, nella quale esse hanno sempre creduto.
da avv. Manola Micci e Maurizio Marinozzi Ramadori