Purtroppo, nonostante il passare degli anni e molti fatti storici venuti
alla luce tra cui alcuni spiacevoli, la Resistenza e il Movimento
Partigiano per “salvare” il proprio onore, continuano a coprire anche
quegli episodi, che non hanno nulla a che fare con la Resistenza stessa,
perché non eroici, non umani e non finalizzati alla liberazione dai
Nazi-Fascisti.
Tra questi occorre annoverare quanto avvenuto ad Ostra nel lontano
1944, quando i Partigiani fucilarono Don Nazzareno PETTINELLI. Per
coprire tutto e credendo così di salvare l’onore della Resistenza, si
continua a giustificare quella fucilazione, lanciando numerose e false
accuse contro l’esemplare sacerdote. Noi a favore di Don Nazzareno
PETTINELLI potremmo rispondere con mille parole e testimonianze, ma
preferiamo esporre due semplici fatti.Il primo è il monumento eretto dall’intera cittadinanza di Ostra a dieci anni dalla morte, con tutti i testimoni ancora vivi, compresi i Partigiani che hanno operato l’esecuzione, in pieno clima antifascista. In tale monumento come si deduce dalla lapide, l’intera cittadinanza di Ostra, considera Don Nazzareno Pettinelli a guisa dei Martiri e la sua uccisione dovuta esclusivamente ad insano odio. Il secondo fatto, considerando i Partigiani che hanno operato l’esecuzione probabilmente di area comunista, Ostra è stata per decenni un’isola democristiana, una rara eccezione in tutto il comprensorio senigalliese che al contrario è stato tradizionalmente rosso.
Pertanto è ora che il Movimento Partigiano voglia fare chiarezza una volta per tutte sui tragici fatti avvenuti nel 1944 ad Ostra e a tal fine chiediamo un convegno affinché l’intera verità esca fuori una volta per tutte, una verità doverosa perché fra l’altro, oltre a salvare l’onore del coraggioso sacerdote, serve anche a salvare l’onore della Vera Resistenza.
Paolo Pettinelli, nipote di don Nazzareno Pettinelli
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