mercoledì 10 settembre 2014

L'alluvione 4 mesi dopo: il sindaco Mangialardi scrive alle famiglie


A quattro mesi dall'alluvione del 3 maggio scorso, che ha colpito Senigallia, il sindaco Maurizio Mangialardi ha inviato una lettera a tutte le famiglie colpite dalla calamita'. Di seguito della lettera inviata alla redazione di Vivere Senigallia da uno dei cittadini alluvionati. Gentile dopo la terribile alluvione dello scorso maggio, ho deciso di scrivere alle molte persone colpite da questo tragico evento che conosco personalmente per ribadire tutta la mia vicinanza, per esprimere il mio dispiacere per i danni subiti a causa della calamità che si è abbattuta su questa città e per condividere quelle che ritengo essere importanti considerazioni. Mi sono accorto infatti, e l'ho scritto sin dai primi giorni, che rispetto alle dinamiche dell’alluvione sono fiorite in rete e sulla stampa le più diverse ricostruzioni e credo che, a quasi quattro mesi da questo terribile evento, sia importante ripartire dai fatti e ricostruire quanto accaduto a mente lucida. Mi creda, non ho bisogno di giustificazioni, perché, convinto sin dai primi minuti che occorreva non solo ascoltare, ma comprendere la rabbia dei cittadini che hanno vissuto un’esperienza di dolore così intenso, credo di aver messo tutto il mio impegno per capire l’irritazione e l’atteggiamento più che naturale dei cittadini che hanno visto portar via le proprie case dalla violenza del fiume, insieme ai ricordi di un’intera esistenza. E mi creda, tre morti, decine di persone che si sono salvate ma che ora sono senza casa, una quantità così ingente di danni per le persone, per le aziende e per tutta la città sono una ferita aperta e dolorosa che non si rimargina con facilità. So però che molte delle persone colpite da questo dramma hanno ancora bisogno di spiegazioni e voglio approfittare di un po’ del loro tempo per aiutare tutti noi a ripartire da cosa è effettivamente successo. Vorrei innanzitutto riaffermare come in quei giorni di incessante lavoro per affrontare l'emergenza, nessuno possa dubitare del massimo impegno mio e dell'intera Amministrazione per cercare di ristabilire la situazione. Mi sono diviso tra il sostegno concreto alla popolazione colpita, il coordinamento delle operazioni e il costante contatto con il Governo, la Regione e tutti i soggetti istituzionali coinvolti per mettere la situazione di Senigallia al centro dell'attenzione nazionale. Innanzitutto vorrei concentrare l'attenzione sul fatto che ci siamo trovati di fronte ad un evento calamitoso di eccezionale portata verificatosi con modalità imprevedibili ed anomale rispetto al passato. Proprio questa imprevedibilità assoluta e questa assoluta eccezionalità lo hanno reso incontrollato e incontrollabile. Questi sono i termini più appropriati per spiegare la vera e propria onda anomala del fiume Misa, una massa enorme di acqua (14 milioni di metri cubi complessivi) che ha spazzato via, per oltre 50 m. l’argine del fiume Misa, appena sopra Borgo Bicchia, travolgendo Borgo Bicchia, Borgo Mulino, via Capanna, la zona dell’ex Piano Regolatore, zona di via Rovereto, il lungomare nelle zone adiacenti alla Rotonda e a Ponte Rosso, oltre a via della Chiusa e zona Cannella. Le basti pensare che la sera precedente, venerdì 2 maggio, tornando da Marina di Montemarciano verso le ore 21 avevo potuto osservare il fosso Rubiano e più avanti, entrando a Senigallia, il fosso S.Angelo e il fiume Misa che attraversa la città, tutti assolutamente nella norma, se non addirittura scarsissimi di acqua. Durante la notte non ho poi avuto nessun segnale o avvertimento di imminente pericolo. Il mattino successivo, 3 maggio, intorno alle ore 7.00 il Centro Funzionale Multirischio della Regione Marche chiama il nostro responsabile di protezione civile, Luciano Carli, informandolo che vi era un ingrossamento del fiume Nevola, che, in breve, avrebbe raggiunto Bettolelle. Prima di allora non ho ricevuto nessun elemento informativo, né formale, né informale, né istituzionale, rispetto alla situazione dello stato dei fiumi e dei fossi presenti sul territorio comunale e sovracomunale, nonché rispetto alle precipitazioni che si stavano verificando o che si sarebbero verificate di lì a poco nel territorio di tutta la vallata. Tengo particolarmente a ribadire una volta di più – e anche da queste false leggende nasce il mio desiderio di chiarezza – che mai ho ricevuto una chiamata dal Sindaco di Ostra, Massimo Olivetti, sullo stato dei corsi d’acqua all’interno del comune di Senigallia. Ancora alle 8.30 la situazione, pur allarmante, era sotto il controllo delle azioni previste dal piano d’emergenza, ma da questo scenario siamo repentinamente passati ad uno scenario con 2,80 metri d'acqua su strada della Chiusa, 2,10 metri a Borgo Bicchia, 1,70 a Borgo Molino, 1,40 nella zona del Piano regolatore con punte di 1,90 metri in via Trieste, 1,40 m su tutte le vie del lungomare comprese tra Ponterosso e l'Hotel Ritz: credo non ci sia bisogno di dire che un quantitativo d'acqua così ingente, riversatosi nella città con quella velocità, non avrebbe mai potuto essere fermato in alcun modo. Che un fenomeno di questa portata non fosse in alcun modo atteso è provato anche dal fatto che sono state colpite, senza la minima possibilità di organizzare un piano di evacuazione, la caserma dei Vigili del Fuoco e quella del Commissariato di Polizia, organi che dipendono direttamente dalla Prefettura e che quindi sarebbero state a conoscenza prima di altri di eventuali emergenze. Non un fiume che esonda continuando a seguire il suo alveo quindi, ma piuttosto un fiume che fuoriuscendo dagli argini cambia letteralmente rotta alimentando un nuovo fiume e disegnando un nuovo alveo all’interno delle vie cittadine. Qualcosa che per potenza modalità ed estensione del fenomeno non si era mai visto prima a Senigallia, credo superiore perfino alla famigerata alluvione del 1940. Tengo poi a confermare che la fase di allarme e il piano di evacuazione previsti dal Piano di emergenza idrogeologica approvato dal Consiglio Comunale sono stati regolarmente attuati il 3 maggio nelle aree che in base alle precedenti esperienze, con un tempo di ritorno di 100 anni, erano considerate maggiormente a rischio. Il Comune di Senigallia ha messo infatti in campo una serie di misure concrete per prevenire il rischio idrogeologico. Dal 2005 si è dotato di un piano d’emergenza idrogeologica elaborato sulla base della perimetrazione contenuta nel Piano di Assetto Idrogeologico della Regione Marche che divide il territorio in classi di rischio. Si va dalla zona a massimo rischio di esondazione, R4, con una classificazione a scendere come indice di pericolosità. Il piano d’emergenza prevede per le aree individuate come a massimo rischio tutta una serie di misure che vanno dall’invio di sms di allerta per le zone maggiormente a rischio all’informazione casa per casa attraverso megafono fino all’evacuazione dalle abitazioni a rischio ed al ricovero delle persone sfollate in centri di raccolta. E’ ovvio che il piano di emergenza non poteva prevedere la rottura dell’argine, dal momento che l’azione del fiume in questo caso non è in alcun modo preventivabile, ma è d’altra parte altrettanto ovvio che il prossimo piano di emergenza sarà redatto anche tenendo conto di quello che è successo lo scorso 3 maggio. La mattina del tre maggio queste azioni di comunicazioni ed evacuazione nelle aree di Cannella e Bettolelle sono state comunque regolarmente eseguite, così come le informazioni attraverso megafono con le pattuglie della Polizia Municipale e della Protezione Civile a disposizione sono state regolarmente diramate. Io stesso, dopo aver ricevuto dal Comandante Brunaccioni l’avviso di attivazione del Centro Operativo Comunale in conseguenza dell’allerta per il livello del fiume Misa, ho annullato tutti i miei impegni e deciso di andare direttamente a Strada della Chiusa in località Molino della Marazzana dove c’era il maggior rischio di esondazione per rendermi direttamente conto della situazione e sincerarmi che fossero pervenuti gli sms di allerta. Eravamo pronti cioè all’evacuazione per esondazioni nelle aree adiacenti al corso naturale del fiume, dal momento che le aree qualificate in base alle esperienze passate come a massimo rischio di esondazione sono sette, ma nessuno poteva prevedere la ramificazione di un braccio del Misa che ha seguito un percorso autonomo di enorme violenza dentro a quartieri residenziali. Non a caso né Borgo Bicchia né Borgo Mulino né l’ex Piano Regolatore né il tratto di lungomare colpito sono censite come zone a massimo rischio di esondazione e questo testimonia l’anomalia dell’alluvione rispetto ad esperienze passate, sia quelle recenti che quelle più antiche. Le allego a questo proposito una piantina da cui si comprende bene quale sia la differenza tra le aree a rischio di esondazione individuate dal Piano di Assetto Idrogeologio e le aree colpite dall’alluvione dello scorso 3 maggio. Adesso tutti sanno quale corso abbia seguito l'enorme massa d'acqua di cui ti ho parlato, ma fino a questo tragico evento nessuno avrebbe potuto prevedere, considerato quanto avvenuto in precedenti simili situazioni, gli effetti di questo evento e le zone che sarebbero state colpite. Emerge infatti ora, ma solo ora, la necessità, alla luce delle caratteristiche nuove della recente alluvione, di rivedere la perimetrazione delle aree di rischio di cui ti ho parlato. Tornando alle operazioni di allerta, come le dicevo, ricevuto subito dopo le 7 il primo allarme da parte del dipartimento regionale che annunciava un primo ingrossamento del fiume Nevola, è stato subito riunito il Centro Operativo Comunale e convocata la Sala Operativa Integrata con tutte le forze a disposizione. Alle 8 del mattino i luoghi che solitamente vengono colpiti da fenomeni di questo genere erano sotto il pieno monitoraggio: oltre al nostro fiume, stavamo infatti tenendo sotto controllo Fosso Sant'Angelo, Fosso della Giustizia, Fosso delle Cone e il fiume Cesano. Tutte le misure di evacuazione e di allarme alla popolazione previste dal piano di emergenza idrogeologico per le aree perimetrate come zone a massimo rischio di esondazione nel P.A.I. della Regione Marche sono state quindi regolarmente attuate, come del resto ampiamente documentato. E' vero, c’è chi ha perso le auto, o ha avuto danni ingenti alla propria abitazione, ma mi permetta di non rassegnarmi all'idea che, nonostante il lavoro dei vigili del fuoco, della protezione civile, delle squadre di sommozzatori e l'intervento degli elicotteri, Senigallia ha perso tre vite umane e mi permetta di non riuscire ancora a rimuovere dal mio ricordo che nelle prime ore di sabato 3 maggio a Senigallia si lottava contro la morte. E mi creda, senza la lucidità di aver dato tempestivamente ai Dirigenti Scolastici - in considerazione del fatto che il fiume stava per esondare nel centro storico - la direttiva di portare gli studenti nei piani alti degli edifici, scongiurando così un'evacuazione degli edifici proprio nel momento dell’avanzare del fiume, avremmo certamente avuto conseguenze ben peggiori. Per quanto riguarda ciò che abbiamo fatto, mi permetta di ribadire con forza quanto dichiarato alla stampa nei giorni successivi all’alluvione: siamo stati lucidi nel programmare e pianificare le modalità di svolgimento delle operazioni di soccorso e di rimozione dei rifiuti dalle vie e di pulizia delle strade, coordinando l’azione di tutti gli enti e soggetti coinvolti (Protezione Civile, Vigili del Fuoco, struttura e personale comunale, Carabinieri, Polizia di Stato, Reparto Mobile, Polizia Stradale, Guardia di Finanza e Nucleo Sommozzatori, Corpo Forestale dello Stato, Croce Rossa, Asur, ditte incaricate e Società Autostrade) ed affidando alla Caritas la gestione di tutti i volontari in conformità alle linee del piano generale d’intervento complessivo. I risultati raggiunti in appena due settimane sono stati sotto gli occhi di tutti: oltre 5 mila tonnellate di rifiuti portati in discarica, oltre 2 mila tonnellate di terreno rimosso, una puntuale pulizia delle strade e del lungomare, e i luoghi cittadini devastati dall’alluvione riportati alla normalità. In una mole di interventi così massiccia, ci sarà stata sicuramente una zona in cui siamo arrivati meno tempestivamente, ma ritengo questo del tutto fisiologico nell’affrontare un fenomeno di queste dimensioni, che ha colpito gran parte della città e del suo territorio. Nella gestione dell’emergenza abbiamo varato le misure amministrative di nostra competenza per alleviare il disagio dei cittadini colpiti: semplificazioni procedurali, blocco del pagamento delle rette delle scuole e dei buoni pasto, creazione di un albo di fornitori disponibili a fornire beni a prezzi scontati o a mettere a disposizioni abitazioni a canone concordato, linee di finanziamento adeguate concordate con gli istituti di credito; siamo riusciti a mettere in campo una grande capacità di relazioni con le Istituzioni sovraordinate. Il Presidente del Consiglio, i ministri, il Presidente della Giunta Regionale sono immediatamente venuti a Senigallia per vedere personalmente l’entità di quanto è successo in funzione delle misure più appropriate da adottare. Questi incontri hanno strappato impegni molto precisi e puntuali da parte del governo nazionale, a cominciare dall’adozione, che è avvenuta in tempi brevissimi, della dichiarazione d’emergenza con stanziamenti adeguati e dal finanziamento delle vasche d’espansione del Misa. Dalla Regione stanno già arrivando segni molto concreti: dal provvedimento in corso di perfezionamento sugli interventi economici in favore delle famiglie disagiate colpite dall’alluvione alle misure per la promozione turistica della città. Siamo stati gli interlocutori di coloro che intendevano fare qualcosa per la città: la Caritas con la quale abbiamo avviato un conto corrente, SOS emergenza alluvione Senigallia, aziende private ed Istituti di Credito, alcuni dei quali hanno annunciato finanziamenti importanti per la comunità senigalliese. In collaborazione con la Caritas, abbiamo erogato aiuti ad un notevole numero di famiglie colpite, attraverso un bando pubblico con criteri equi e trasparenti, e tuttora stiamo ancora intervenendo per la fornitura ai cittadini colpiti meno abbienti di buoni spesa. Nel campo della gestione dei fondi a favore degli alluvionati quello dell’Amministrazione Comunale è stato un impegno congiunto con la Diocesi e con la Caritas, portato avanti con l’obiettivo di raggiungere il più alto numero di famiglie in maniera diffusa e capillare, con un contributo che vuole essere all'interno della comunità un segno di "partecipazione" al momento di bisogno di tanti suoi membri. Abbiamo poi previsto – con la recente votazione del bilancio comunale - agevolazioni fiscali sui tributi locali alle famiglie colpite e abbiamo avviato la procedura di rimborso delle spese (ad esempio quelle di autospurgo o di rimozione delle auto) ai cittadini vittime di questo terribile evento; abbiamo inoltre chiesto ed ottenuto un accordo con tutte le aziende erogatrici di servizi (acqua, corrente elettrica, gas) per calcolare i consumi sulla base dello storico e non su quello effettivo di un periodo che ha senz’altro avuto picchi di consumo che non sono stati quindi fatturati alle utenze. Abbiamo organizzato, promosso e sostenuto interventi di solidarietà, e stiamo ancora lavorando perché tutta la comunità possa rialzarsi con orgoglio e fiducia dagli effetti di questa calamità. Voglio infine ricordarle che in questi giorni, e fino al prossimo 4 settembre, è attiva una nuova ricognizione dei danni, assolutamente indispensabile per vedersi riconosciuto un eventuale indennizzo dal governo centrale: i cittadini interessati dovranno segnalare al Comune, attraverso la compilazione di specifiche schede, i danni che l’alluvione ha causato all’edificio del quale sono proprietari o alla sede dell’attività economica e produttiva di cui sono proprietari o affittuari oppure ai propri beni mobili (autovetture e motoveicoli, elettrodomestici, arredi). Le schede compilate dovranno essere restituite dai cittadini al Comune entro la data del 4 settembre, consegnandole direttamente allo Sportello Alluvione della sede municipale di via Leopardi oppure spedendole via Posta Elettronica Certificata all’indirizzo comune.senigallia@emarche.it o via posta ordinaria a: Comune di Senigallia, Piazza Roma, 8. Non so cosa ricorderanno in futuro i senigalliesi di questo evento così triste. Forse il vuoto lasciato dalle persone che hanno perso la vita per la violenza del fiume o lo smarrimento di coloro ai quali l’acqua, insieme alle case e alle auto, ha portato via gli oggetti legati agli affetti più cari e ai ricordi di una vita. Tuttavia credo che occorra continuare a lavorare insieme incessantemente con quella straordinaria generosità ed impegno che tutti stanno dimostrando e che ci permetteranno di dire che la nostra intera comunità, rimanendo unita, è stata capace di farcela ancora una volta. Mi perdoni, se le ho rubato qualche minuto del suo tempo, ma sono sicuro che sarà un tempo prezioso per comprendere, capire, condividere le ragioni di un tragico evento che Senigallia sarà in grado di superare con le energie di tutti noi. La saluto con la certezza che l’amministrazione sarà sempre vicina ai suoi cittadini e con l’augurio che l'esperienza vissuta possa essere motivo per ripartire con ancor maggior energia e fiducia. di Giulia Mancinelli

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