Non ho mai amato le
interminabili e sterili polemiche a cui spesso assistiamo in politica,
soprattutto se basate su dati ed elementi incompleti o inesatti. Ritengo
molto più fruttuoso analizzare i problemi avendo dati ed elementi il
più completi (e verificabili) possibile, e poi su questi discutere.
È con questo spirito che proverò a rispondere all’articolo
inviato dal Comune di Ostra e pubblicato lo scorso fine settimana, che
mi ha lasciato piuttosto interdetto. Scrivere infatti che l’ex-sindaco
Olivetti si è comportato come un padre di famiglia scellerato che spende
fuori dalle proprie disponibilità, sperando poi di “saldare il conto”
con la vendita di una “vecchia motocicletta” (cito testualmente) non
rende affatto la realtà delle cose, e siccome a fianco di quel “padre
dissennato”, c’era il sottoscritto (con la delega alle finanze), mi
sento in dovere (e in diritto) di precisare un po’ meglio i fatti.
Partiamo da quella cifra buttata lì, senza un adeguato contesto:
“interventi per oltre 500 mila euro”, un passivo che oggi metterebbe in
difficoltà il Comune. Potrei rispondere, per esempio, facendo
semplicemente notare che il 26/05 scorso, sul conto corrente, presso la
tesoreria comunale, c’erano 812.889,94 euro (ho sotto mano i documenti
che mi sono fatto stampare dalla ragioneria prima di andarmene), oppure
che i 500 e rotti mila euro di interventi erano già stati pagati alla
stessa data e quindi non sono, tecnicamente, un “passivo”.
Ma sarebbero altre cifre “buttate lì” senza un adeguato contesto e
servirebbero solo ad alimentare ulteriori ed inutili polemiche. Vorrei,
quindi, procedere con ordine (scusandomi se, tra il rischio di non
essere chiaro o completo e quello di risultare prolisso o noioso, ho
scelto il secondo). Innanzitutto stiamo parlando del famoso “patto di
stabilità interno”, cioè quel meccanismo (incomprensibile a molti) per
cui gli enti locali, ogni anno, possono pagare spese per investimenti
soltanto per somme non superiori alla differenza tra il “saldo di parte
corrente” (entrate correnti - spese correnti) più le “entrate in conto
capitale” (contributi a fondo perduto, proventi da permessi di costruire
ecc.), più le eventuali “deroghe” (“patto regionale verticale”, decreto
“sblocca debiti” ecc.) alle quali si sottrae un “saldo obiettivo” (dato
per legge). Nei primi mesi dell’anno 2014, in effetti,
l’amministrazione Olivetti ha pagato oltre 500 mila euro di spese per
investimenti già stanziati, iniziati e finanziati nei precedenti bilanci
(in gergo “residui passivi”), e relativi per lo più alla
ristrutturazione delle scuole primarie (240.883 euro) e alle strade e
alla viabilità (199.341 euro), oltre ad altri interventi minori, tra cui
le scuole materne (9.972 euro). Investimenti di “prima necessità” e per
opere già iniziate, quindi, e non velleità. Alla stessa data, tuttavia,
il Comune aveva anche incassato entrate in conto capitale (per lo più
proventi da permessi di costruire e sanzioni, monetizzazione aree) per
50 mila euro; c’erano, inoltre, alcuni contributi pubblici da incassare,
due strettamente legati ai lavori di risanamento delle scuole, uno
dalla Provincia e l’altro da una fondazione privata, oltre ad altri due
contributi dalla Regione Marche (per turismo e c.a.g.), per complessivi
155 mila euro circa, dei quali era ragionevole considerare l’incasso a
breve, posto che erano relativi ad opere realizzate.
Questi importi, nella logica del patto si stabilità sopra illustrata,
andavano a “coprire”, ovviamente solo in parte, gli investimenti pagati.
C’era poi un’importante “deroga” annunciata con gran vigore nei primi
mesi dell’anno: un altro decreto “sblocca debiti della p.a.” paventato
dal neo-premier Renzi in occasione della fiducia alle Camere. Si tenga
presente che nel 2013 il decreto “sblocca debiti” dell’allora governo
Letta (D.L.35/2013), liberò circa 40 miliardi di euro a livello
nazionale. Per il nostro comune ha significato poter spendere tutti i
“residui passivi” presenti al 31/12/2012, derivanti da crediti certi,
liquidi ed esigibili dovuti ad opere pubbliche, per 322 mila euro
(un’intera “bombola” di ossigeno, più che una “boccata”). Il nuovo
“sblocca debiti” aveva come obiettivo lo sblocco di 68 miliardi di euro
(cito, per tutti, l’intervento del Premier a “Ballarò” dello scorso
febbraio). Per il Comune di Ostra i “residui passivi” presenti al
31/12/2013 e derivanti da crediti certi, liquidi ed esigibili dovuti ad
opere pubbliche, ammontavano a circa 380 mila euro (non ho il documento
sotto mano, ma c’è una comunicazione ufficiale inviata dal nostro
Comune). Quindi gli “oltre 500 mila euro” di investimenti pagati erano,
in prospettiva e ragionevolmente, abbastanza “coperti” (in teoria
dovevano addirittura “avanzare” risorse). C’erano poi le entrate in
conto capitale da incassare nella restante parte dell’anno (oltre ai 50
mila già incassati al 26/05), il saldo di parte corrente (che nel 2013
eravamo riusciti a portare a 330 mila euro, ma che per il 2014 si poteva
prevedere in flessione a causa di nuovi tagli ai trasferimenti), nonché
il “patto regionale verticale”, altra “deroga” che nel 2013 aveva
permesso di spendere altri 127 mila euro circa (59+68), i quali
avrebbero permesso di raggiungere il “saldo obiettivo” del patto (circa
370 mila euro per il 2014) e di lasciare un po’ risorse libere per la
seconda parte dell’anno, considerando comunque che le opere pubbliche
che si fanno nell’ultimo trimestre vanno naturalmente ad influire nel
patto di stabilità dell’anno successivo (rilevano i pagamenti che, di
regola, vanno fatti entro 60 giorni dalla fattura).
Oltre a questo, c’era la possibilità di cedere due lotti edificabili,
per un corrispettivo totale di 136.500 euro, qualora, per qualche
motivo, una delle variabili sopra indicate dovesse risultare di molto
inferiore alle aspettative (e senza tenere conto del contributo
regionale ex-p.i.t. di circa 100 mila euro, lungamente perseguito, ma
del quale, all’epoca, non si aveva ancora alcuna certezza). La cessione
dell’ex ospedale, invece, non c’entra assolutamente nulla con gli
investimenti del 2014, anzi, la cessione di quel cespite (1,6 milioni di
euro di valore base) doveva essere accompagnata dal meccanismo del
cosiddetto “patto nazionale orizzontale”, in base al quale nell’anno
della vendita si “cedono spazi finanziari” agli altri enti, per poi
recuperarli nei due anni successivi. Solo così, infatti, si potevano
sfruttare al massimo le potenzialità finanziarie di quella operazione.
Il volenteroso lettore che fosse arrivato a leggere fin qui, avrà notato
che la situazione era un pochino più complessa di quella descritta
nell’articolo inviato dal Comune di Ostra, e il padre di famiglia
“scellerato” (o chi per lui), lungi dall’aver agito con avventatezza, di
calcoli ne ha dovuti fare parecchi, prima di decidere di non bloccare i
lavori di ultimazione delle scuole primarie e di bloccarne, invece
altri. Ad ogni modo, non mi è difficile credere che l’amministrazione
comunale possa, oggi, trovarsi in difficoltà nel rispetto del patto di
stabilità, ma dovrebbe specificare quale delle variabili sopra indicate
non è risultata in linea con le previsioni e perché. Tra i documenti
reperibili sul sito istituzionale, non ho potuto rinvenire il dettaglio
del calcolo del saldo obiettivo per il patto di stabilità, ma facendo
alcune ricerche ed alcuni calcoli, ho motivo di temere che, mentre la
Regione Marche dovrebbe aver concesso spazi per circa 60/70 mila euro,
la “deroga” del decreto “sblocca-debiti” 2014 possa essere il vero
problema. Quanti dei (380 mila euro circa di) residui passivi al
31/12/2013 sono stati sbloccati?
Se fosse questo il problema, io mi aspetterei che questo venisse detto,
e molto chiaramente. Così come, quando ho rivestito l’incarico di
assessore al bilancio, non ho avuto alcuna difficoltà nel dire
chiaramente ai cittadini che “il provvedimento X” varato dal “governo
Y”, per quanto necessario e inevitabile, stava creando grossi problemi
al Comune, a prescindere dal fatto che il “governo Y” fosse più o meno
simpatico al gruppo di maggioranza, così oggi mi aspetterei che venisse
fatto dall’attuale maggioranza. Vorrei chiudere con un ultima (amara)
riflessione. Nei 5 anni del mio mandato, mi è capitato spesso di
cercare, in tutti i modi, di spiegare quanto e come il “patto di
stabilità interno” nella versione vigente dal 2009, così come i “tagli
lineari ai trasferimenti” susseguitisi dal 2010, creino enormi problemi
non solo alla programmazione di medio periodo, ma anche alla ordinaria
gestione di un Comune, ed è stato molto spiacevole, per me, vedere come
alcuni non tenessero in alcuna considerazione questi miei interventi, o
li irridessero addirittura (l’ultimo “sberleffo” che rammento, in ordine
cronologico, è il paragone con un mp3 inceppato che ripete tristemente:
“non ci sono più soldi”). La realtà però, almeno attualmente, è questa.
Io ci ho “combattuto” per 5 anni, usando tutta la pazienza e la
competenza che possedevo, e perseguendo, il più possibile, chiarezza,
trasparenza e completezza nelle informative. Auguro (e chiedo)
altrettanto all’attuale amministrazione.
da Luigi Barigelliex assessore al bilancio
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