Dopo ben 9 mesi da quando
l’assessore Franceschini l’aveva presentata in Consiglio Comunale come
alternativa al referendum sull’inversione della viabilità nel centro
storico di Ostra, la montagna ha finalmente partorito il topolino: la
consultazione-farsa popolare ha finalmente un regolamento.
Anche se chiamarlo “regolamento” è a dir poco un eufemismo: quattro
articoli in tutto (Finalità e metodi – Organizzazione - Esito e
Utilizzazione - Norme finali) per definire il solito, fumoso nulla. Che
sia una presa in giro, poi, è ben scandito dalle prime righe
introduttive dove si scrive che “i cittadini esercitano il ruolo di
protagonisti”, assicurando loro ed all'amministrazione gli strumenti
idonei per realizzare un rapporto costante, diretto ed articolato fra
comunità e rappresentanza elettiva. Da quando questa Giunta si è
insediata, informare i cittadini è sempre stato il suo ultimo pensiero
ed anche stavolta non c’è stata smentita: a distanza di mesi,
interrogare la cittadinanza a mo’ di gentile concessione, con un metodo
di “votazione” farlocca su di un provvedimento forzatamente imposto
(dopo aver snobbato oltremodo ogni forma di civile protesta) è un atto
deplorevole che denota la totale autoreferenzialità di questa
amministrazione, da sempre più attenta ai propri interessi che a quelli
dell’intera comunità.
Infatti, analizzando il documento, portato in Commissione Regolamenti il
3 aprile e che sarà approvato lunedì 9 aprile in Consiglio Comunale, è
palese come l’esito della consultazione sia assolutamente manipolabile
dall’Amministrazione in quanto, come riportato nel primo comma
dell’articolo 7: “Le modalità di organizzazione della consultazione
popolare e la formulazione dei quesiti spettano alla Giunta Comunale,
che assicura la libera espressione di tutti i cittadini e la fedele ed
obbiettiva rappresentazione dei risultati della consultazione.” In altre
parole, è l’Amministrazione a gestire e a giudicare l’intera manovra:
un nonsense se si pensa che la consultazione dovrebbe essere uno
strumento per dirimere questioni in cui la popolazione è contraria alle
scelte assunte dall’Amministrazione. Senza contare poi il fatto che non
viene definita in alcun modo la valenza di questa operazione ma
semplicemente ci si limita ad affermare nell’articolo 8 che: “la Giunta,
unitamente ad una propria relazione, rende noto ai cittadini il
risultato della consultazione e gli intendimenti conseguenti”.
Il rischio, tutt’altro che improbabile, è che l’Amministrazione non farà
altro che prendere atto del malcontento per poi proseguire in modo
indefesso nelle proprie intenzioni, dal momento che il Sindaco Storoni
ha più volte ribadito che indietro non si torna e che quindi, almeno
fino al termine del suo mandato, il vecchio senso di marcia non verrà
ripristinato. Una domanda, perciò, sorge spontanea: stante la mancata
possibilità di vincolare la Giunta all’esito della consultazione e a
fronte della pervicace ostinazione del Sindaco nel voler portare avanti
la sua decisione, a cosa serve, dunque, questa votazione? Dovremmo forse
credere che Storoni non si è ancora capacitato dei danni inflitti ai
commercianti ed agli ostrensi cagionati dalla sua scelta di invertire il
senso di marcia, al punto da voler vedere scritto nero su bianco la
profonda contrarietà dei cittadini? Le 1200 firme raccolte circa un anno
fa non gli erano sufficienti?
Ci teniamo a precisare che non siamo contrari a che venga regolamentata
la consultazione, strumento utile per consentire alla cittadinanza di
esprimersi anche in futuro su tematiche diverse da quella della
viabilità (perché non regolamentare anche il referendum allora?), purché
tale regolamento sia redatto con criterio e non, come in questo caso,
in cui non è chiaro se il diritto di voto spetterà ai soli maggiorenni o
meno (nel testo si scrive che la partecipazione è riconosciuta “a
coloro che hanno nel Comune la residenza anagrafica” ), se i questionari
saranno distribuiti casa per casa, se il voto sarà singolo o per nucleo
familiare, se sarà anonimo o no (nell’art. 7 lettera b, si scrive solo
che gli Uffici provvederanno “alla stampa, alla distribuzione e
successiva raccolta dei questionari, alla verifica dei questionari
restituiti rispetto a quelli consegnati, registrando il numero e
l’incidenza percentuale dei cittadini che si sono astenuti dal
parteciparvi”); altresì, non comprendiamo perché i questionari
dovrebbero essere “corredati da una breve introduzione illustrativa dei
fini conoscitivi che la Giunta Comunale si è proposta indicendo la
consultazione” (art. 7 lettera a) dal momento che le domande dovrebbero
essere formulate in modo chiaro e semplice, senza avere in appendice una
“spiegazione” faziosa che finirebbe per influenzare il cittadino; anche
la classificazione delle risposte e l’elaborazione dei risultati
spetterà agli Uffici (art. 7 lettera c) ma per quale motivo e sulla base
di quali criteri? Un regolamento, dunque, fin troppo lacunoso che non
valorizza adeguatamente la partecipazione popolare.
Ribadiamo, inoltre, che quello della consultazione non è lo strumento
idoneo per il caso in questione: questo non è più il tempo per
raccogliere nuove proposte e suggerimenti, ma è finalmente l’occasione
per la cittadinanza di potersi esprimere sul provvedimento di
inversione, dichiarando o meno il proprio consenso. Qualsiasi altro fine
è inaccettabile e inopportuno. Purtroppo abbiamo motivo di credere che,
dal momento che i questionari saranno formulati dalla Giunta, le
domande saranno tutt’altro che obiettive ma saranno articolate in modo
tale che il cittadino si ritroverà, suo malgrado, ad avallare la volontà
dell’Amministrazione. Dobbiamo riconoscere, però, che Storoni ed i suoi
sono stati comunque molto abili. Dopo il malumore scatenato per mesi
fra gli ostrensi ed i numerosi consensi persi a causa dell’assurda
decisione sulla viabilità, hanno finalmente trovato una “scappatoia”:
indicendo la consultazione hanno dimostrato la loro “democraticità”
consentendo alla collettività di esprimersi, ed assicurandosi, al tempo
stesso, la certezza di proseguire nel proprio intento di inversione. Un
gran bel colpo di genio, non c’è che dire! Al nostro filosofico Storoni,
però, vorremmo ricordare una massima di Einstein “L’uomo intelligente
risolve i problemi. L’uomo saggio li evita. L’uomo stupido li crea”. E
se in seguito all’inversione ad Ostra i problemi sono aumentati, un
motivo ci dovrà pur essere…
da Comitato “Sopravvivere ad Ostra”
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