giovedì 12 aprile 2018

“Per risolvere i veri problemi della viabilità nel centro storico di Ostra serve un vero referendum”

OSTRA – Dal Comitato Sopravvivere ad Ostra riceviamo: “Nel Consiglio Comunale del 9 aprile, la Giunta Storoni è stata capace di scrivere un’altra brutta pagina della storia della democrazia. Tema focale dell’accesa discussione è stata l’approvazione del regolamento che disciplina le forme di consultazione popolare, un documento che dovrebbe fornire ai cittadini tutti gli strumenti  e le regole utili per potersi esprimere liberamente su determinati argomenti di interesse generale.
Intanto, quello che balza subito all’occhio è il grave ritardo con il quale il testo viene presentato: a dispetto dei “tempi brevi” promessi dall’Assessora Paolinelli lo scorso luglio, 9 mesi di gestazione non sono stati sufficienti a partorire un regolamento che fosse completo. Infatti, all’art.1 viene esclusa categoricamente dal documento la possibilità di contemplare al suo interno il tema del referendum: “Rimane esclusa dal presente regolamento la disciplina del referendum comunale e della partecipazione al procedimento amministrativo, di cui alla Legge 7 agosto 1990, n. 241”.
Dal momento che anche il referendum è una forma di consultazione popolare, perché tagliarlo fuori tout-court da un regolamento che dovrebbe comprendere tutte le forme di libera espressione dei cittadini?
La risposta della Paolinelli è stata: “Ci eravamo impegnati a procedere con un regolamento sulla consultazione perché ci era stato richiesto per andare avanti sul tema della viabilità… faremo a breve anche il regolamento per il referendum”.
Due sono le considerazioni che suscita tale affermazione.
La prima, chi aveva richiesto la consultazione? Non certo la cittadinanza che dallo scorso 3 maggio aveva invocato a gran voce il referendum per potersi esprimere sul tema dell’inversione della viabilità nel centro storico. La consultazione è stata soltanto un escamotage suggerito dall’Assessore Franceschini per salvarsi la faccia e dare una parvenza di democraticità ad un provvedimento dal quale, fin dall’inizio, si sapeva che non si sarebbe più tornati indietro.
La seconda, in premessa si scrive che “in relazione alla questione dell’inversione della viabilità del centro, si impegnavano il Sindaco e la Giunta a promuovere in tempi brevi la predisposizione di un regolamento in cui dettagliare delle modalità consultive della popolazione”: perché inserire il ricorrente tema dell’inversione? Il regolamento della consultazione dovrebbe essere uno strumento sempre valido e scardinato dal tema del viabilità. A tale proposito, vogliamo ricordare come l’Assessora Rossetti, durante il Consiglio Comunale del 31.07.2017, a proposito del regolamento referendario, disse “E’ uno strumento serio, talmente serio, che fino ad ora non c’è mai stato” (Delibera di Consiglio n. 27/2017) e intimava il Comitato e la minoranza consiliare a non strumentalizzare il referendum ai fini dell’inversione. Ora, invece, abbiamo un regolamento sulla consultazione che nasce, anche e soprattutto, per consentire ai cittadini di esprimersi su un tema specifico, quello della viabilità appunto.
Perciò, chi è che strumentalizza cosa??
Che il suddetto regolamento sia stato studiato ad hoc per l’inversione della viabilità è palesato anche nell’art.2 “Il diritto di partecipazione è riconosciuto a coloro che hanno nel Comune la residenza anagrafica” ed è esplicitato dalla spiegazione fornita a riguardo dalla Paolinelli: “Poiché la viabilità è un tema che coinvolge anche i ragazzi di 16 anni, muniti di patentino per ciclomotori, ci è sembrato giusto abbassare leggermente la soglia di voto per consentire anche a loro di esprimersi”. Dal momento che, sempre secondo la Paolinelli, l’auto non può essere la protagonista assoluta degli spostamenti ma vanno tutelati anche i pedoni, già che ci siamo perché non sottoporre la consultazione anche ai bambini di 8-10 anni che si muovono in centro con le biciclette o anche a quelli di 5anni che passeggiano accompagnati dai genitori o dai nonni?
Paradossalmente, però, nel regolamento non è riportato da nessuna parte che anche i sedicenni hanno diritto di voto, perciò è lecito ipotizzare che, ogni qualvolta sarà necessario ricorrere alla consultazione, si dovrà inevitabilmente modificare il regolamento, specificando la fascia di età alla quale i quesiti sono rivolti. È normale, secondo voi, basare un regolamento (che dovrebbe essere serio ed incontrovertibile) su delle libere interpretazioni della Giunta che non hanno un fondato riscontro documentale?
Leggendo il testo, inoltre, c’è un’altra cosa che salta all’occhio in maniera amaramente ironica: al “IV capo – Consultazione mediante questionari”, in poco più di trenta righe, il termine “Giunta Comunale” ricorre ben 8 volte!! Un record di autoreferenzialità da Guiness dei primati che denota in modo lampante come a tirare le fila di tutta l’operazione sarà, appunto, la Giunta che potrà manipolare a proprio piacimento ogni fase dell’operazione: dall’elaborazione dei quesiti, alla scelta degli aventi diritto al voto, alla rappresentazione dei risultati della consultazione (sulla base di quale criteri?), nonché di tutta la parte procedurale relativa alla metodologia da applicare.
Al fine di evitare di essere accusati di mistificare la realtà, alleghiamo di seguito il regolamento per la consultazione affinché tutti possano rendersi conto che quello approvato in sede consiliare non è un regolamento serio, ma la parodia di un regolamento che rasenta il ridicolo, confermandosi come una presa in giro nei confronti dei cittadini, dal momento che non è contemplato alcun vincolo per la Giunta di attenersi ai risultati che emergeranno.
Siamo veramente stanchi di questo modo di fare dell’Amministrazione comunale e delle sue continue farse pseudo-democratiche: quella di Storoni è ormai diventata un’oligarchia sorda di somari che sta definitivamente uccidendo la democrazia ad Ostra.
Il referendum resta l’unico, vero strumento univoco per garantire la massima libertà di espressione popolare. Tutto il resto è solo l’ennesima pagliacciata alla quale non sottostaremo in alcun modo”.

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