OSTRA – Dal Comitato Sopravvivere ad Ostra riceviamo: “Nel
Consiglio Comunale del 9 aprile, la Giunta Storoni è stata capace di
scrivere un’altra brutta pagina della storia della democrazia. Tema
focale dell’accesa discussione è stata l’approvazione del regolamento
che disciplina le forme di consultazione popolare, un documento che
dovrebbe fornire ai cittadini tutti gli strumenti e le regole utili per
potersi esprimere liberamente su determinati argomenti di interesse
generale.
Intanto, quello che balza subito all’occhio è il grave ritardo con il
quale il testo viene presentato: a dispetto dei “tempi brevi” promessi
dall’Assessora Paolinelli lo scorso luglio, 9 mesi di gestazione non
sono stati sufficienti a partorire un regolamento che fosse completo.
Infatti, all’art.1 viene esclusa categoricamente dal documento la
possibilità di contemplare al suo interno il tema del referendum: “Rimane
esclusa dal presente regolamento la disciplina del referendum comunale e
della partecipazione al procedimento amministrativo, di cui alla Legge 7
agosto 1990, n. 241”.
Dal momento che anche il referendum è una forma di consultazione popolare, perché tagliarlo fuori tout-court da un regolamento che dovrebbe comprendere tutte le forme di libera espressione dei cittadini?
La risposta della Paolinelli è stata: “Ci eravamo impegnati a
procedere con un regolamento sulla consultazione perché ci era stato
richiesto per andare avanti sul tema della viabilità… faremo a breve
anche il regolamento per il referendum”.
Due sono le considerazioni che suscita tale affermazione.
La prima, chi aveva richiesto la consultazione? Non certo la
cittadinanza che dallo scorso 3 maggio aveva invocato a gran voce il
referendum per potersi esprimere sul tema dell’inversione della
viabilità nel centro storico. La consultazione è stata soltanto un
escamotage suggerito dall’Assessore Franceschini per salvarsi la faccia e
dare una parvenza di democraticità ad un provvedimento dal quale, fin
dall’inizio, si sapeva che non si sarebbe più tornati indietro.
La seconda, in premessa si scrive che “in relazione alla
questione dell’inversione della viabilità del centro, si impegnavano il
Sindaco e la Giunta a promuovere in tempi brevi la predisposizione di un
regolamento in cui dettagliare delle modalità consultive della
popolazione”: perché inserire il ricorrente tema dell’inversione?
Il regolamento della consultazione dovrebbe essere uno strumento sempre
valido e scardinato dal tema del viabilità. A tale proposito, vogliamo
ricordare come l’Assessora Rossetti, durante il Consiglio Comunale del
31.07.2017, a proposito del regolamento referendario, disse “E’ uno strumento serio, talmente serio, che fino ad ora non c’è mai stato”
(Delibera di Consiglio n. 27/2017) e intimava il Comitato e la
minoranza consiliare a non strumentalizzare il referendum ai fini
dell’inversione. Ora, invece, abbiamo un regolamento sulla consultazione
che nasce, anche e soprattutto, per consentire ai cittadini di
esprimersi su un tema specifico, quello della viabilità appunto.
Perciò, chi è che strumentalizza cosa??
Che il suddetto regolamento sia stato studiato ad hoc per l’inversione della viabilità è palesato anche nell’art.2 “Il diritto di partecipazione è riconosciuto a coloro che hanno nel Comune la residenza anagrafica” ed è esplicitato dalla spiegazione fornita a riguardo dalla Paolinelli: “Poiché
la viabilità è un tema che coinvolge anche i ragazzi di 16 anni, muniti
di patentino per ciclomotori, ci è sembrato giusto abbassare
leggermente la soglia di voto per consentire anche a loro di esprimersi”.
Dal momento che, sempre secondo la Paolinelli, l’auto non può essere la
protagonista assoluta degli spostamenti ma vanno tutelati anche i
pedoni, già che ci siamo perché non sottoporre la consultazione anche ai
bambini di 8-10 anni che si muovono in centro con le biciclette o anche
a quelli di 5anni che passeggiano accompagnati dai genitori o dai
nonni?
Paradossalmente, però, nel regolamento non è riportato da nessuna
parte che anche i sedicenni hanno diritto di voto, perciò è lecito
ipotizzare che, ogni qualvolta sarà necessario ricorrere alla
consultazione, si dovrà inevitabilmente modificare il regolamento,
specificando la fascia di età alla quale i quesiti sono rivolti. È
normale, secondo voi, basare un regolamento (che dovrebbe essere serio
ed incontrovertibile) su delle libere interpretazioni della Giunta che
non hanno un fondato riscontro documentale?
Leggendo il testo, inoltre, c’è un’altra cosa che salta all’occhio in
maniera amaramente ironica: al “IV capo – Consultazione mediante
questionari”, in poco più di trenta righe, il termine “Giunta Comunale”
ricorre ben 8 volte!! Un record di autoreferenzialità da Guiness dei
primati che denota in modo lampante come a tirare le fila di tutta
l’operazione sarà, appunto, la Giunta che potrà manipolare a proprio
piacimento ogni fase dell’operazione: dall’elaborazione dei quesiti,
alla scelta degli aventi diritto al voto, alla rappresentazione dei
risultati della consultazione (sulla base di quale criteri?), nonché di
tutta la parte procedurale relativa alla metodologia da applicare.
Al fine di evitare di essere accusati di mistificare la realtà,
alleghiamo di seguito il regolamento per la consultazione affinché tutti
possano rendersi conto che quello approvato in sede consiliare non è un
regolamento serio, ma la parodia di un regolamento che rasenta il
ridicolo, confermandosi come una presa in giro nei confronti dei
cittadini, dal momento che non è contemplato alcun vincolo per la Giunta
di attenersi ai risultati che emergeranno.
Siamo veramente stanchi di questo modo di fare dell’Amministrazione
comunale e delle sue continue farse pseudo-democratiche: quella di
Storoni è ormai diventata un’oligarchia sorda di somari che sta
definitivamente uccidendo la democrazia ad Ostra.
Il referendum resta l’unico, vero strumento univoco per garantire la
massima libertà di espressione popolare. Tutto il resto è solo
l’ennesima pagliacciata alla quale non sottostaremo in alcun modo”.
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