mercoledì 27 maggio 2015

Olivetti: 'Per non passare da fessi, a proposito di rifiuti e sprechi'


E’ indubbio che la pressione fiscale abbia raggiunto livelli davvero insopportabili nella nostra vita, in particolare la tassa sui rifiuti. Parlando con alcuni di voi mi è stato più volte chiesto perché il costo che grava sulle famiglie per lo smaltimento dell’immondizia sia cosi alto e so che molti candidati che sono passati dalle nostre parti non hanno risposto a questa domanda.
In realtà la lievitazione delle tariffe è determinata anche da scelte sbagliate e dalla non volontà di perseguire i responsabili di queste scelte. Emblematica sul punto è la storia dell’impianto di compostaggio di Corinaldo. Nell’anno 2004 il Consorzio CIR 33 (composto dai 33 Comuni della Valle del Misa e del Nevola e della Valle dell’Esino, finalizzato alla gestione dei rifiuti in questi territori) decise di realizzare a Corinaldo un impianto di compostaggio aerobico dove i Comuni dovevano conferire il rifiuto umido che poi, fermentando in locali aperti, si sarebbe trasformato in compost da poter riutilizzare come fertilizzante in agricoltura. L’impianto, progettato ed approvato nel 2004, è costato alla nostra collettività ben 8.529.530,09 euro. E’ stato inaugurato nell’ottobre del 2008, con grande enfasi sui media (se vi fate una googlata, digitando le parole “inaugurazione impianto di compostaggio di Corinaldo” troverete da soli i tanti filmati ed articoli, che mostrano la soddisfazione dei “soliti” politici locali, che avevano deliberato ed inaugurato quell’impianto) ed è entrato in funzione nel maggio 2009. Appena pochi mesi dopo, però, fu subito chiaro che chi lo aveva progettato e i politici che avevano deciso di realizzarlo si erano dimenticati di un piccolo particolare: l’umido lasciato a macerare puzza (cosa nota a tutti, ma forse non ai tecnici ed ai politici che vollero quella struttura). Cominciarono le proteste delle popolazioni che abitavano nelle vicinanze e solo dopo circa tre anni dalla sua inaugurazione il Direttore dell’Impianto di Corinaldo dichiarò, senza mezzi termini, che il tanto osannato impianto di compostaggio, costato alla popolazione quasi novemilioni di euro, presentava “difficoltà gestionali dovuti ad una tecnologia obsoleta”. Ricordo che durante la riunione dei Sindaci, in cui venne affermato ciò, trasecolai sulla sedia, nel sentire quella frase. Come era possibile dichiarare obsoleto un impianto costato così tanto, dopo neanche trentasei mesi dalla sua entrata in funzione? E, soprattutto, di chi era la responsabilità di un simile scempio, e quali provvedimenti sarebbero stati presi verso chi l’aveva progettato e chi aveva deliberato di realizzarlo? Furono le domande che continuai a rivolgere con veemenza agli altri Sindaci, senza ricevere da loro alcuna risposta. Finchè ho rivestito la funzione di Sindaco ho sempre combattuto per avere questi chiarimenti e per far sì che lo spreco non fosse ripagato dai cittadini. Tuttavia, pochi mesi dopo il termine del mio mandato, l’ATA (organismo composto da tutti i Sindaci della Provincia), ottenuto un parere alquanto sibillino dalla Regione, deliberò la trasformazione dell’impianto: si decise così che solo una porzione di quest’ultimo sarebbe rimasta destinata alla fermentazione dell’umido, mentre il resto dell’impianto sarebbe stato utilizzato per la triturazione del secco, per poi stoccarlo nella stessa discarica. Il costo di questa operazione sarà di ulteriori € 5.700.000 di soldi pubblici che ovviamente pagheranno i cittadini. Ma non è finita qui: i lettori più attenti non si saranno certo dimenticati del fatto che l’impianto di Corinaldo è attualmente ancora di proprietà dei Comuni della Vallesina e delle Valli del Misa e del Nevola, che dovranno in quota parte cedere le loro quote agli altri Comuni della Provincia di Ancona. L’impianto così trasformato, in base ad una perizia commissionata dai nostri Comuni, risulta, a sua volta, avere un valore di € 5.700.000,00, stranamente pari al costo della trasformazione, ma ben inferiore ai circa 9 milioni di euro che era costato in origine. Non solo il bene si è deprezzato, ma i nostri politici hanno inoltre deciso che la quota parte di detto importo, che gli altri Comuni della Provincia dovranno pagare, ci verrà versata in comode 10 rate annue a partire dall’entrata in funzione del nuovo impianto!!! In poche parole i nostri lungimiranti amministratori hanno stabilito da un lato di trasferire subito agli altri Comuni della Provincia le quote dell’attuale impianto, così da cominciare subito i lavori (il cui costo ricadrà ovviamente sul costo del servizio), e dall’altro di incassare l’importo solo nei 10 anni successivi al termine dei lavori (previsto nel 2018). Il risultato per i residenti di queste due valli sarà ovviamente l’aumento consistente del costo della tassa sui rifiuti. Credo sia evidente come una simile condotta dei nostri politici non sia più accettabile. La mia speranza è che si possa finalmente parlare di questi problemi, sviscerandoli sia sotto l’aspetto politico che sotto quello tecnico, così da richiamare alle proprie responsabilità chi ha assunto certe delibere e nel contempo puntare ad un modo più corretto e conveniente per la collettività di gestire il bene comune.
da Massimo Olivetti

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