Da oltre un anno il Comune di
Ostra e la ZIPA stanno cercando di avanzare alla Regione Marche una
proposta di mitigazione dell’area industriale di Casine, così da
modificare il PAI approvato dalla Autorità di Bacino il 6.8.2016.
Negli ultimi mesi tutti gli Enti coinvolti hanno preso atto che il
problema di esondazione di quell’area è riconducibile al tratto del
Fiume Nevola posta nei territori di Trecastelli e Corinaldo, quindi a
monte dell’area ZIPA. Era quello che avevamo scritto, sottolineato ed
intimato agli Enti coinvolti nella procedura di rilascio dell’AIA
dell’impianto EN ERGON srl di Casine di Ostra, con nostra pec di diffida
del 10.3.2016, con cui chiedevamo che prima di rilasciare
l’autorizzazione, la Regione e gli altri Enti che si trovavano nella
Conferenza dei Servizi subordinassero la costruzione dell’impianto ad
una reale sistemazione di quel tratto del Nevola, nel territorio di
Trecastelli, in cui si era verificata la tracimazione originaria.
In particolare chiedevamo che l’Autorizzazione fosse valutata dopo che
la Regione avesse approvato il PAI ed eventualmente rilasciata solo dopo
che l’area fosse risultata, a seguito dei lavori di messa in sicurezza
sul fiume, non esondabile. All’epoca tutti gli Enti coinvolti nella
Conferenza dei Servizi non tennero conto della nostra diffida e
rilasciarono l’AIA all’impianto dell’EN Ergon srl (20 maggio 2016) poche
settimane prima che l’area dell’impianto venisse perimetrata nel PAI
come area esondabile (6.8.2016). Ricordiamo che tutto il procedimento
autorizzativo è allo stato sub iudice: contro l’AIA proposero ricorso al
TAR sia il Comune di Trecastelli che alcuni imprenditori della ZIPA,
per cui sono tutt’ora pendenti davanti al TAR i relativi due
procedimenti amministrativi finalizzati all’annullamento della
autorizzazione, l’AUA dell’impianto è a sua volta oggetto di un
procedimento finalizzato al suo annullamento davanti al Consiglio di
Stato ed infine la delibera di mitigazione dell’area approvata dal
Comune di Ostra con delibera di Giunta 1 del 11.1.2017 è oggetto di un
ulteriore giudizio di annullamento davanti al TAR .
Quanto emerge oggi, dai documenti pubblici dimostra che avevamo ragione
quando intimavamo agli Enti preposti di valutare con attenzione la
dinamica dell’evento del 3 maggio 2014 prima di rilasciare l’AIA
all’impianto e ci determina a continuare la nostra battaglia tra la
gente, promuovendo nuove riunioni pubbliche, sulla stampa ed inoltre
valutando possibili iniziative giudiziarie autonome ed ad adiuvandum di
quelle già intraprese
da Comitato Tutela Ambiente e Salute Valli Misa e Nevola
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