mercoledì 20 febbraio 2013

Biogas ad Ostra: parla Michele Russotto, amministratore della società EN ERGON srl

Non si placa lo stato di agitazione nei comuni di Ostra e Ripe riguardo l’installazione di una centrale Biogas nella zona industriale Zipa. SenigalliaNotizie.it ha intervistato Michele Russotto, amministratore della società EN ERGON srl che realizzerà l’impianto.
Venerdì scorso si è tenuto presso il circolo cittadino “Falco” di Casine di Ostra un incontro con la cittadinanza per spiegare il progetto Biogas in fase di realizzazione, com’è andata?
Direi che l’approccio della serata è stato molto positivo, è venuta molta gente che voleva avere informazioni, che ha puntualmente avuto. Mi dispiace che mancassero i nostri detrattori.Sarebbe stato una bella occasione per un confronto leale.
Si stà costituendo un comitato contro il progetto di realizzare un impianto di produzione di Biogas nella zona industriale di Casine di Ostra, cosa ne pensa?
Ritengo che sia frutto di una cattiva informazione da parte di soggetti che non sapendo di cosa si tratta agitano le acque, forse per fini personali, sia opportunistici che  politici.
La prima accusa che vi fanno è che non siete stati trasparenti e quindi la gente vuole capire gli effetti della vostra attività?
Comprendo le paure e lo stato d’animo delle persone che risiedono nelle zone vicine. Anche se non ne vedo motivo in quanto ciò che faremo è decisamente pulito, privo di emissioni impattanti e nocive.
Ma il comitato in costituzione dice il contrario?
Certo, non avendo alcuna informazione, ci paragonano ad un impianto di incenerimento rifiuti, anche se noi non bruciamo assolutamente rifiuti,e non produciamo assolutamente rifiuti. Vero è che nonostante le informazioni da noi fornite agli organi di controllo competenti circa tutti gli aspetti sanitari ed ambientali, tutti verificati ed approvati, queste non sono arrivate alla popolazione. Non è forse, anche colpa vostra?
Probabilmente si, anche se oltre alle comunicazioni obbligatorie ed ufficiali, noi ci siamo fidati del dialogo che intercorreva con l’amministrazione comunale, la quale da una posizione positiva e collaborativa, repentinamente e solo dopo che noi abbiamo ottenuto la positiva valutazione di impatto ambientale e la relativa autorizzazione a costruire, ha cambiato posizione instillando conseguenti dubbi ai cittadini nelle aree limitrofe all’impianto.
Lei cosa pensa del comitato di opposizione che si stà costituendo?
Credo che sia una buona opportunità per tutti.
Che cosa significa?
E’ venuto a mancare l’interlocutore istituzionale, che a mio avviso doveva da subito instaurare, se aveva dubbi, una comunicazione ai cittadini. Quindi un comitato, potrebbe oggi essere uno strumento di dialogo per avere ogni informazione sul progetto in atto e partecipare attivamente al controllo delle attività, poichè non abbiamo niente da nascondere.
Tra i motivi per cui gli imprenditori ed gli abitanti della zona sono contrari alla realizzazione di questo impianto, c’è la svalutazione dei terreni, dei capannoni ed degli investimenti a cui sarà soggetta l’area. Qual è la vostra politica al riguardo? Cosa succederebbe se arrivassero richieste di risarcimento dai proprietari che dovessero subire danni?
La preoccupazione di alcuni imprenditori e alcune persone, per cui si perde valore nei terreni, è infondata. Ricordo che la nostra azienda tratta rifiuti in loco compresa la FORSU (frazione organica della raccolta differenziata raccolta porta a porta), da almeno 8 anni e non ha mai dato problemi. Nel contempo il valore delle aree industriali è passato da € 41,00 agli attuali € 70,00. Preciso inoltre che le aree ZIPA non sono suscettibili di speculazione immobiliare. Non vedo a che titolo possano arrivare richieste di risarcimento danni se oggettivamente non ve ne sono.
La nostra provincia ha già un impianto di compostaggio a Corinaldo. C’è poi un progetto pubblico per la trasformazione dell’impianto di depurazione di Monsano in un impianto anaerobico per il trattamento anche della frazione organica dei rifiuti. Allora con quale frazione organica andrà alimentato? con quella fuori provincia o addirittura fuori regione? Generando aumento del traffico veicolare (polveri sottili)? Non sarà il vostro caso, ma non esiste il pericolo che troppi impianti così vicini possano finire nell’orbita dell’ecomafia? uno dei business illeciti più redditizi della camorra è proprio lo smaltimento di rifiuti illeciti, c’è da stare tranquilli?
L’impianto di compostaggio di Corinaldo è altra cosa rispetto il nostro. Si tratta di un piccolo impianto aerobico che doveva trattare la frazione organica della provincia di Ancona. Ora vista la evoluzione impiantistica, non tratterà che 4000/5000 ton. di FORSU all’anno, e verrà utilizzato per altre tipologie di rifiuto. Per L’impianto di Monsano presso il depuratore, è noto a tutti gli addetti che tale progetto è stato abbandonato. Pertanto nella provincia di Ancona sono previsti circa 40000 ton. di FORSU da raccolta differenziata, sufficienti per gli unici impianti esistenti. Non è previsto l’arrivo di rifiuti da fuori regione. Questo favorirà la riduzione dei mezzi in itinere con la FORSU che oggi percorrono le strade ed autostrade verso le regioni del nord Italia con gravi consumi e costi a carico dei cittadini per la trasferenza di tale rifiuto. Il business delle Mafie è altra cosa dal nostro. Comunque è bene vigilare. Ritengo che la serietà e lo scrupolo dalla nostra società fino ad ora operati possano essere una garanzia. C’è da stare tranquilli.
Ci spiegherebbe in pillole com’è possibile che un impianto di questo genere sia praticamente ad una emissioni zero?”
Tenterò di essere molto semplice: la digestione anaerobica avviene all’interno di appositi digestori ermetici nei quali la FORSU viene demolita dai batteri metanigeni. Così otterremo un Biogas così composto: 50/80 % Metano, 15/45% Anidride carbonica, 5% altri gas (idrogeno, azoto). Questo Biogas viene usato per alimentare un motore termico che agisce su un generatore per produrre Elettricità. A titolo esemplificativo, considerando ogni aspetto,le emissioni di tale motore a metano, nelle 24 ore di funzionamento ha una emissione comparabile a quelle di un normale autocarro che in 6 ore percorre circa 350 Km. Il rimanente è un ammendante organico atto alla produzione di concime da vendere nella catena distributiva. Le acque residue verranno avviate alla depurazione presso gli impianti del territorio.
Quanti lavoratori saranno coinvolti nella prima fase? Ed a regime? Che tipo di lavoratori (operai, tecnici, dirigenti…)? C’è l’intento di sfruttare lavoratori del territorio?
Nel progetto, nella fase di realizzazione saranno coinvolte diverse decine di persone e comunque tutte imprese della zona,in parte già contattate, (Edili, Idraulici, Elettricisti, Tecnici). Nella fase operativa saranno assunte almeno 8 persone con profilo tecnico evoluto (elettromeccanici, operatori macchine, amministrativi). Generalmente la nostra azienda ha sempre assunto persone legate al territorio.

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