Tutto pronto per la
conferenza organizzata dall’Oratorio “S.Cuore” e dal Centro Culturale
“S. Romagnoli” di Ostra, per presentare lo studio della dott.ssa Cecilia
Prete, dedicato alla Tela della “Madonna del Rosario” conservata nella
chiesa dei Santi Francesco e Lucia di Ostra.
Nel ringraziare il sig. Barchiesi per l’attenzione rivolta a questa
serata e per il prezioso contributo da sempre offerto, con grande
generosità e disponibilità, alla storia locale, ci permettiamo di
intervenire, per correggere
alcune imprecisioni. Lo studio ampiamente citato nell’articolo di Enzo
Mazzanti risale a diversi anni fa e non ha potuto, pertanto, giovarsi
delle acquisizioni prodotte dalle ricerche più recenti.
Tralasciamo la lunga parentesi dedicata alla battaglia di Lepanto e
preferiamo “restare sul pezzo”. Si scrive che la tela avrebbe bisogno di
un adeguato restauro: questo restauro c’è già stato, ad opera della
Soprintendenza di Urbino. Il quadro è stato ricollocato al suo posto nel
2010, accompagnato da una conferenza della dott.ssa Claudia Caldari,
che ha seguito tutto il percorso restaurativo e ne ha condiviso le tappe
con il pubblico presente, sottolineando i dettagli figurativi prima
illeggibili ed ora nuovamente visibili. I colori “molto ossidati” di
fatto hanno recuperato la loro originaria vitalità, pur avendo
prediletto l’autore una gamma di tinte fredde.
La tela non è opera del Ramazzani: è certa la sua provenienza dalla
bottega di Federico Barocci e l’utilizzo di alcuni cartoni del maestro,
preparati per la tela di simile argomento, dipinta per la chiesa di San
Rocco a Senigallia. E’ difficile individuare la mano del discepolo: è
probabile si tratti di Ventura Mazza, considerato il primo discepolo del
Barocci, ma sono altrettanto ipotizzabili i nomi di Cesare Maggeri,
Antonio Cimatori e Alessandro Vitali. L’anno di produzione dell’opera è
il 1601: è la data che compare sulla cornice e non c’è ragione per
metterne in discussione la veridicità. Il Santo rappresentato a destra,
in basso, è certamente San Francesco, in ossequio al santo titolare
della chiesa, e non una raffigurazione del committente. Si dice che”
nella cornice dorata sono collocati quattordici piccoli rettangoli,
raffiguranti i Misteri del Rosario”: quei “rettangoli” sono
preziosissime tavolette, che, proprio grazie allo studio della dott.ssa
Cecilia Prete, hanno rivelato una caratteristica molto rara, seppure le
pale d’altare raffiguranti la Madonna del Rosario sono numerosissime.
Ognuna di queste tavolette è, infatti, una riproduzione in miniatura,
di pregevole fattura, di opere di Federico Barocci e di altri grandi
Maestri del Cinquecento (tra gli originali citati, anche un’opera di
Tiziano. Questa insolita caratteristica, che fa dei quattordici Misteri
(il quindicesimo è nell’ovale, che sovrasta la tela) una sorta di
antologia dei quadri all’epoca più noti e significativi, rende tutta la
composizione particolarmente significativa e pregevole, tanto da aver
meritato un posto all’interno di un convegno, tenutosi ad Urbino lo
scorso ottobre, nell’ambito delle celebrazioni per i quattrocento anni
dalla morte del pittore urbinate Federico Barocci. Tanto ci pareva
doveroso, per amore di verità e per rispetto verso quanti hanno
investito risorse, energie e competenze a tutela di un’opera, che
rappresenta un bene per tutti.
da Oratorio “S.Cuore”
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