sabato 20 marzo 2010

Ostra: Olivetti su coordinatore d'ambito, deluso nel vedere i colleghi piegati alla volontà di uno solo

"Dopo la votazione nel Comitato dei Sindaci di lunedì scorso, e le dichiarazioni fatte a caldo ai giornalisti, che mi hanno chiamato subito dopo la chiusura della seduta, avevo deciso di non intervenire più nel merito della vicenda della nomina del coordinatore d’ambito". La delusione, nel vedere gli altri colleghi piegati alla volontà di uno solo di noi (magari per spirito di partito o per altri interessi particolari), tanto da far passare in secondo piano gli interessi delle singole comunità che rappresentiamo, mi avevano determinato a prendere questa definitiva decisione. Oggi, tuttavia, nel leggere il comunicato del Sindaco di Senigallia Angeloni e dell’Assessore Volpini, non posso non replicare a quanto detto, in quanto non corretto e non corrispondente al vero. Innanzitutto debbo precisare che non era mai successo, prima d’ora, che un Ambito nominasse il proprio coordinatore senza attendere il parere, obbligatorio, della Regione. Il nostro è l’unico caso, tra i 24 Ambiti di tutte le Marche, in cui, ricorrendo ad un evidente escamotage giuridico, i Sindaci hanno deciso, senza avere il vaglio dell’Ente preordinato.

Di sicuro l’iter adottato se non illegittimo, può definirsi non corretto a livello istituzionale. E questo la dice lunga sulla forzatura politica che si è consumata in quella riunione, in cui era palpabile la tensione da parte dell’ormai quasi Ex Sindaco Angeloni di portare a casa il risultato: consegnare ad un Super Dirigente il “proprio” tutta la gestione dei finanziamenti delle politiche sociali del territorio, un Super Dirigente “uno e trino” che nessuno controllerà perché privo di contrappesi rappresentati da altre figure Dirigenziali. In secondo luogo debbo rilevare che per la prima volta, un Ambito, nella Regione Marche, nomina un proprio coordinatore non a tempo pieno, ma a part time, nonostante la normativa regionale succedutasi in materia dal 2001 ad oggi, ha sempre stabilito che il coordinatore debba svolgere il proprio ruolo a tempo pieno. La ratio della norma è chiara, vista l’importanza che tale figura riveste per tutti i Comuni. D’altronde l’importanza della figura emerge anche dal comunicato stampa dello stesso Volpini.


Se, davvero, la figura del coordinatore è così centrale come sostiene l’Assessore, perché ridurre le sue ore e prenderlo al 40% del suo tempo? Inoltre c’è da chiedersi, visto che è la prima volta che accade, se con una riduzione di orario, anche il contributo regionale, che al momento ammonta a circa € 25.000,00, diminuirà, con conseguente aumento dell’onere a carico delle casse dei singoli Comuni aderenti all’Ambito. Quello che, poi, rimane davvero censurabile è stato il modo di gestire la votazione: nella riunione del 8 febbraio scorso, quando l’Ambito individuò la terna, il Sindaco di Senigallia aveva imbonito i colleghi, dando loro una certezza: con la nomina del nuovo coordinatore, i Comuni avrebbero risparmiato del tutto o, comunque, in modo molto consistente, la spesa a loro carico per il Dirigente, chiosando che la decisione sarebbe stata, comunque, presa insieme. Sono sicuro che diversi Sindaci (quelli per intenderci che non si sono appiattiti per far carriera o per altri interessi) hanno votato a favore della proposta, proprio perché allettati da questo risparmio, che hanno dato tutti per certo. Solo dopo l’esito del voto, quasi per inciso, il Sindaco Angeloni ha comunicato, a tutti, che a carico dei Comuni dell’Ambito sarebbe andato il 40% dello stipendio lordo del Coordinatore, calcolato, tuttavia, non sulla base dello stipendio che percepiva la precedente coordinatrice d’Ambito impegnata a tempo pieno (€ 71.000,00), quanto, piuttosto, su quello che attualmente il Dirigente Mandolini percepisce dal Comune di Senigallia (che, stando a quanto riferito dall’Angeloni, supera i 100.000,00 euro annui), la cosa è parsa a tutti chiara (stipendio a cui va aggiunto anche quello da Dirigente del Comune di Senigallia e quello da Direttore del Co.Ge.S.Co.) Di fatto il risparmio è divenuto davvero risibile: gli 11 Comuni avranno complessivamente una riduzione di spesa € 15.000,00 annui, che, per avere un’idea, rappresenteranno un risparmio per i Comuni più piccoli di € 200,00 all’anno fino ad arrivare a quasi € 1.200,00 annui per il secondo Comune della vallata che ho l’orgoglio di rappresentare.

Solo a quel punto chi era presente ha potuto vedere chi erano, tra i Sindaci, i “puri” e chi, invece, era a conoscenza di tutto, ed aveva spalleggiato il Sindaco di Senigallia: i primi erano sbigottiti ed arrabbiati, i secondi minimizzavano e sorridevano sotto i baffi. In quel momento avrei potuto urlare “Ve l’avevo detto”, ma sono rimasto in silenzio, provando un senso di fastidio e di rammarico, come ho detto a caldo ai giornalisti, per lo spettacolo cui ho assistito. La stessa sensazione che ho avuto nel leggere l’intervista, lo ri-sottolineo, dell’ormai quasi ex Sindaco di Senigallia, che parlava, a proposito della decisione di una scelta bipartisan, come a voler significare una condivisione da destra a sinistra del suo operato, nonostante, durante il dibattito io sia stato ripreso a tenere un comportamento più istituzionale che politico. Sono stato sempre convinto che la politica non è una partita di bigliardino, con i pupi rossi contrapposti a quelli blu in modo definitivo, così come sono convinto che un Sindaco, una volta eletto debba necessariamente fare l’interesse di tutta la collettività e non di una fazione: è stato solo per questo che ho combattuto, nonostante gli inviti alla prudenza che mi giungevano da più parti, sperando di aprire agli occhi agli altri.

Mi rimane comunque la tranquillità per aver sostenuto una giusta causa e la gioia di aver ricevuto, in questi giorni il sostegno di tantissime persone, libere da condizionamenti, talvolta molto distanti dalla mia formazione e cultura, e soprattutto l’orgoglio. E’ proprio il loro sostegno che mi permette di sperare ancora in un ripensamento e di proporre agli altri Sindaci ed a quelli che verranno di ragionare su proposte di gestione associata dei Servizi Sociali sostenibili, condivise e formate con metodi trasparenti, come gatto ad esempio dall’Ambito Territoriale Sociale di Jesi, proposte finora neanche prese in considerazione, alternative a “Carrozzoni vuoti e costosi” come il Co.Ge.S.Co., il cui costo come risulta dal Bilancio di previsione 2009 ammonta a circa 863.000,00 euro annui. Spero che dopo questa brutta pagina ci si convinca a scegliere strumenti come ad esempio la Convenzione Intercomunale che, con un semplice Atto Amministrativo, consente di organizzare e gestire alcuni Servizi Sociali in forma Associata, eliminando sovra Strutture costose e inutili che vedono assunte al proprio interno 5 figure professionali per attività amministrative marginali che non portano alcun beneficio ai Comuni del territorio e ai cittadini amministrati, per non parlare delle spese di gestione delle sedi ed Uffici aggiuntive a quelle dei Comuni.

Ricordo, infine, all’ormai quasi ex Assessore Volpini, che tutte le scadenze snocciolate nella sua dichiarazione, come lavoro urgente, erano già state presentate dalla precedente Coordinatrice nella seduta del 2 febbraio e descritte nelle schede consegnate ai Sindaci presenti, come dire "Chi si vuol prendere in giro?" anzi voglio informare l’ormai ex Assessore Volpini e l’ormai quasi ex Sindaco Angeloni, che chiederò una riunione urgente del Comitato per definire l’utilizzo a favore dei Servizi Sociali nei Comuni, e quindi dei cittadini, delle economie di gestione lasciate dalla precedente Coordinatrice, pari a 191.000,00 euro, più l’utilizzo dei 130.000,00 dell’anno 2010, prima che queste somme "spariscano" nel Bilancio del Comune di Senigallia.

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