mercoledì 7 marzo 2012

Spaccio di droga, tentato furto, alcol e minacce a Senigallia

Produzione, traffico e detenzione di sostanze stupefacenti. E’ questa l’accusa per la quale è stato tratto in arresto, nella mattinata di mercoledì 7 marzo, Rustaj Ermal, cittadino albanese del 1988 residente ad Ostra.
Sul giovane pendeva una sentenza di condanna del gennaio 2011 da parte dell’Autorità Giudiziaria di Udine, richiesta di carcerazione divenuta definitiva soltanto dopo la dichiarazione di inammissibilità del ricorso avvenuta dalla Corte di Cassazione.
Il 24enne, arrestato dai Carabinieri di Ostra, deve scontare due anni e tre mesi di reclusione in carcere, per poi essere espulso. Dovrà anche pagare una multa di 12mila euro. Sempre ad Ostra sono stati denunciati dai militari due residenti.
B.E., classe 1969, è finito nei guai per aver guidato la propria auto pur non essendo più titolare della patente di guida, revocatagli dalla Motorizzazione civile nel settembre 2008. All’uomo è stato quindi sequestrato il mezzo.
L’altro residente ostrense nei guai è B.F., del 1964, denunciato per minacce aggravate e ubriachezza molesta. Nel corso della serata del 6 marzo, l’uomo si era ritrovato a discutere animatamente per futili motivi con un giovane 17enne macedone, poi minacciato con un coltello.
I militari hanno proceduto al fermo e alla denuncia dell’uomo, oltre che al sequestro dell’arma da taglio. Gli uomini del Nucleo radiomobile di Senigallia hanno invece denunciato a piede libero il rappresentante legale di un affittacamere sul lungomare di Marzocca. Nel caso specifico C.N., queste le iniziali dell’uomo classe 1983, non aveva comunicato alle autorità le generalità delle persone alloggiate, in violazione delle norme del Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza. Nella mattinata di mercoledì 7 marzo si è infine tenuta l’udienza di convalida dell’arresto di un tunisino del 1978, H.R., avvenuto a Marzocca di Senigallia martedì 6. L’uomo è accusato di tentato furto aggravato e il giudice, nei suoi confronti, ha convalidato l’arresto rinviando l’imputato al giudizio per direttissima, procedimento concluso poi con la condanna a 6 mesi e venti giorni di reclusione – pensa sospesa – e al pagamento di una multa di 400 euro.



Pubblicato Mercoledì 7 marzo, 2012 alle 17:59

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