Un saggio del VII secolo sosteneva che la verità è nel futuro. Con ciò voleva dire che è possibile interpretare ogni azione in vista del fine che si è programmato. Molto spesso, questo fine a noi non è ben chiaro e perciò dobbiamo procedere per tentativi. Considerando che il fine ultimo che il sindaco Olivetti si è programmato è quello di essere un buon amministratore, a breve vedremo realizzati i numerosi progetti presentati in campagna elettorale, in particolare la nuova scuola e non ultima una nuova palestra per la scuola elementare. Ma ragionando per assurdo, poniamo il caso che il sindaco si sia prospettato di partire da questo incarico per crescere politicamente, cioè con l’ambizione di ricoprire in futuro cariche ben più prestigiose, lo scenario si allontana da quello che prima presentavamo. Se così fosse il sindaco si occuperebbe d’ora in avanti di molte cose che poco c’entrano con il suo incarico istituzionale, tipo ricercare continuamente di essere sui giornali, tipo attaccare cinicamente settori essenziali alla comunità, tipo deviare l’attenzione della cittadinanza su operazioni estranee alla vita amministrativa ostrense per nascondere la sua inoperosità.
Questo lo diciamo seguendo un ragionamento per assurdo, e consideriamo di essere nel torto quando, leggendo ogni giorno sui giornali di Olivetti che attacca tutti, pensiamo ad un uomo in cerca di popolarità. Se la stessa grinta che il sindaco mette in queste operazioni la impiegasse per amministrare, Ostra sarebbe un altro paese e noi non staremmo qui a parlare di un avvocato che gioca a fare Sherlock Holmes, anziché il sindaco, come da mandato.
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